Dieci giorni e due weekend dopo i primi blocchi e manifestazioni, che sfociando in episodi di violenza hanno in alcuni casi fatto un morto e portato a decine di arresti, il presidente della Repubblica francese prova a seguire la strada della “concertazione” per stringere un patto sociale con il movimento di protesta dei “gilet gialli”.
Migliaia di persone in tutta la Francia hanno bloccato le strade in segno di protesta contro l’incremento dei prezzi del carburante che il governo dice di aver imposto per finanziare il suo progetto di transizione ecologica. A questo proposito, lo stato presenterà la sua nuova strategia e le sue intenzioni martedì. Sarà l’occasione di fissare una serie di obiettivi e prospettive in materia di produzione e consumi energetici del paese.
Tutti gli occhi sono puntati su Emmanuel Macron e il governo dopo la nuova mobilitazione dei “Gilets jaunes” di sabato scorso, che è stata segnata da scontri tra manifestanti e polizia ai Campi Elisi (Champs-Elysées) di Parigi. Ventisette persone sono state chiamate a comparire in tribunale per i disordini. Il capo dello Stato annuncerà le nuove misure mentre il ministro dei Trasporti presenta oggi al Consiglio dei ministri il suo progetto di legge orientato alla mobilità (LOM).
Quando mancano poche settimane a Natale e dopo un secondo weekend di manifestazioni dei gilet gialli, che da parte loro lamentano l’intrusione di forze esterne al movimento anti governative e destabilizzanti, che rischiano di nuocere alla protesta e ai piccoli commercianti, l’attività economica della Francia è fortemente perturbata (vedi stime più sotto).
Consumi dimezzati nei negozi dall’inizio delle proteste
I proprietari di impresa, gli artigiani e i commercianti colpiti dalle proteste chiedono al governo di fare in fretta per adottare manovre a loro sostegno e impedire nuovi danni. Una riunione si tiene a Bercy lunedì alle 4 del pomeriggio. Prenderanno parte i settori interessati dalle manifestazioni, tra cui organizzazioni imprenditoriali, federazioni di commercianti e artigiani, di banche e assicurazioni, di hotel e ristoranti.
Sarà l’occasione di calcolare “l’impatto negativo sulle vendite e sulla nostra economica” delle proteste” e di “tirare le somme per vedere quali sono le conseguenze”, ha osservato il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire ai microfoni di BFMTV.
Bernard Morvan, presidente della Fédération de l’Habillement, ha fatto il punto sulle perdite finanziarie del suo settore. A titolo d’esempio cita il caso di un negozio che sabato scorso anziché fare 3000 euro di giro d’affari, ha incassato 300 euro”. Morvan stima un calo del 50-60% degli affari per l’industria da quando sono scoppiate le proteste il 17 novembre. In diversi casi i gilet gialli impediscono ai potenziali clienti di entrare nei negozi.
Le Maire chiederà alle compagnie di assicurazione e alla Banca pubblica di investimento (Bpifrance) di studiare la possibilità di prendersi carico delle perdite subite in termini di giro d’affari dai commercianti penalizzati dai blocchi alla circolazione. Detto questo, il governo ha già annunciato che pur non essendo sordo al disagio, non sospenderà l’applicazione della tassa sui carburanti, utile per la lotta contro il cambiamento climatico.
Intanto le organizzazioni sindacali difendono i gilet gialli, dicendo che bisogna ascoltare il loro malessere. Secondo il patron della CFDT Laurent Berger il movimento rivela la presenza di “fratture sociali” e il governo deve affrontare il problema del potere d’acquisto dando delle “risposte concrete.