ROMA (WSI) – Non deve lottare in una battaglia ormai costante solo contro il rigore tedesco, impersonato da Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Bce. Ora Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, dovrà scontrarsi anche con Christian Noyer, numero uno della Banca centrale di Francia e Ewald Nowotny, presidente dell’istituto centrale austriaco.
Con le dichiarazioni (riportate da fonti segnalate da Bloomberg) di Noyer, sale a tre il numero dei banchieri centrali dissidenti, che si oppongono al piano di acquisto di asset backed securities e covered bond, i cui dettagli sono stati annunciati proprio ieri da Draghi.
Noyer, secondo indiscrezioni, avrebbe spiegato il no al piano, affermando che si tratta di un intervento che esclude il ruolo delle banche centrali nazionali nella sua esecuzione.
Di norma, infatti, le scelte di politica monetaria della Bce vengono adottate in un modo decentralizzato: sono le singole banche centrali a livello nazionale a essere responsabili delle operazioni che hanno per oggetto il rifinanziamento delle banche e l’acquisto di strumenti finanziari.
Ma in questi casi, la Bce ha deciso di coinvolgere nell’operazione di acquisto di ABS broker esterni.
Per Nowotny, inoltre, così come per il presidente della Bundesbank Weidmann, il programma comporterebbe troppi rischi di bilancio.