L’Italia è entrata in recessione tecnica e nei prossimi mesi potrebbe arrivare una manovra correttiva per pareggiare i conti. A dirlo un esponente di primo piano del governo, il sottosegretario in quota leghista Giancarlo Giorgetti.
Dopo i dati Istat sulla fine del 2018, aumenta il rischio che il governo non riesca a mantenere l’indebitamento netto entro il 2,04% del Pil nel 2019. “Questo è un altro problema e lo vedremo nei prossimi mesi” è stata la risposta di Giorgetti a chi gli chiedeva se i dati negativi sulla crescita costringeranno il governo a rimettere mano agli obiettivi di finanza pubblica. E già circolano le cifre sulla prossima manovra che potrebbe vedere la luce in primavera, una correzione tra i sette e i 15 miliardi ossia tra il mezzo punto e il punto percentuale di Pil come spiega Renato Brunetta, responsabile politica economica di Forza Italia dalle pagine de IlGiornale.
Un obiettivo compatibile con un tasso di crescita del Pil pari al +1,0%. Dopo il pesante peggioramento del quadro macroeconomico, con i principali previsori che ormai stimano una crescita pari a zero per quest’ anno, è ormai scontato che quell’ 1,0% non sia raggiungibile. La conseguenza è un peggioramento anche degli indicatori di finanza pubblica, in primis del rapporto deficit/Pil, che dovrebbe aumentare al 2,5-3,0%.
Prossimi appuntamento cruciali per il governo venerdì con il giudizio sul rating dell’agenzia Fitch che, secondo Brunetta, sarà per un downgrade e il “nostro debito scenderà poco al di sopra del livello spazzatura”. Le parole di Giorgetti si scontrano con quelle pronunciate in più occasioni dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, così come l’Ufficio parlamentare di bilancio in una recente audizione informale al Senato in cui aveva escluso una manovra bis. Ma ora Giorgetti riapre i giochi.