L’acquisizione della Perini Navi, le collaborazioni con il mondo del lusso e il debutto a Piazza Affari: parla il Fondatore e CEO di The Italian Sea Group
Giovanni Costantino, Fondatore e CEO di The Italian Sea Group, racconta a Wall Street Italia la sua visione personale sul settore degli yacht, le collaborazioni nel mondo del lusso, la quotazione in borsa e i progetti futuri del suo gruppo che oggi viaggia con il “vento in poppa”.
Cosa vuole dire oggi essere il primo produttore italiano di super yacht?
“Secondo il Global Order Book 2022 siamo il primo cantiere italiano nella costruzione di navi sopra i 50 metri. È una grande soddisfazione. Abbiamo raggiunto l’ottavo posto nella classifica generale in cui vengono elencati i cantieri che, rispetto alla lunghezza complessiva delle proprie commesse in costruzione, hanno performato in maniera più efficiente. Attualmente contiamo 27 commesse in costruzione nel segmento degli yacht di lunghezza superiore ai 50 metri, per una lunghezza complessiva di 757 metri. Il risultato si è raggiunto con un decennio di impegno, di sacrifici e di risultati. In un mercato in piena crescita e forte espansione continueremo a rafforzare la nostra posizione tra i principali player mondiali, non solo in virtù dell’importante reputazione della nostra azienda ma anche dell’elevato profilo qualitativo delle nostre navi riconosciuto a livello mondiale”.
Giovanni Costantino
Operate sul mercato con quattro brand storici. Due sono complementari: Admiral, superyacht di lunghezza superiore a 50 metri dallo stile classico e Tecnomar, conosciuto per il design all’avanguardia dei suoi yacht di lunghezza fino a 45 metri. A dicembre 2021 avete acquisito per 80 milioni di euro Perini Navi che include anche Picchiotti, storico brand della nautica italiana. Cosa significa questa acquisizione per il gruppo?
“L’acquisizione di Perini Navi rappresenta un traguardo di eccezionale importanza strategica per TISG. Ho voluto fortemente questa operazione perché si sposa con la nostra strategia di crescita e con le nostre competenze nel settore della vela, già riconosciute dal mercato. Ci sono tutte le basi e competenze per valorizzare in maniera appropriata i marchi Perini Navi e Picchiotti Yacht. Con l’integrazione TISG potrà far leva su un forte know-how interno sviluppato nel business degli yacht a vela e su una comprovata esperienza nella valorizzazione di asset e brand acquisiti, come dimostra la forte crescita realizzata attraverso il rilancio di Admiral e Tecnomar. La valorizzazione di Perini Navi sarà favorita anche dal fatto che la debacle della società non ha coinvolto il valore del marchio, che è rimasto intatto, come dimostrano i prezzi registrati nelle più recenti compravendite sul mercato secondario. La completa integrazione dei due team contribuirà a creare e consolidare una cultura interna nei progetti di costruzione e refit di yacht a vela”.
L’Admiral Gieco, mega yacht da 55 metri
Un grande momento del 2021 per The Italian Sea Group è stata la quotazione in borsa, nel segmento Euronext Milan di Borsa Italiana, avvenuta il 4 giugno. Da dove deriva la decisione di quotarvi?
“La quotazione in Borsa ci ha permesso di acquisire maggiore visibilità e rafforzare ulteriormente la fiducia del mercato internazionale. I nostri clienti sono tutti stranieri e la quotazione, che è sinonimo di ‘azienda trasparente, certificata e strutturata’, non può che essere una fonte di maggiore sicurezza e un ulteriore vantaggio competitivo per noi. L’accesso al mercato dei capitali ci ha dotato di uno strumento volto a sostenere la crescita. La quotazione, con i circa 45 milioni di euro di mezzi freschi raccolti in IPO, ha già dimostrato di essere stata un passaggio essenziale per accelerare lo sviluppo di TISG, dal momento che quei mezzi hanno contribuito a finanziare una parte significativa degli 80 milioni di euro dell’acquisizione di Perini Navi”.
Tra i progetti importanti c’è la partnership con Automobili Lamborghini per la realizzazione di Tecnomar for Lamborghini 63, il nuovo motor yacht della flotta Tecnomar. Come è nata questa collaborazione?
“È nata quasi per caso. Sono appassionato di automobili e in un viaggio con la mia Lamborghini mi balenò l’idea di trasferire l’emozione di questa guida anche sull’acqua. Grazie a un amico organizzai un incontro con l’allora presidente di Lamborghini, gli presentai un progetto con effetto ‘Wow’ e in pochissimo tempo riuscì a convincerlo. È un progetto complesso, di grandissimo successo, con un prodotto unico al mondo. Il Tecnomar for Lamborghini 63 verrà costruito in edizione limitata in 63 esemplari esclusivi. È una formula che prende spunto dal modello SIAN prodotto in 63 pezzi. Diventerà un’icona futuristica come la vettura a cui si ispira; 63 armatori in tutto il mondo possiederanno non solo il motor yacht Tecnomar più veloce della flotta, ma un Tecnomar for Lamborghini unico”.
L’Admiral Kensho, mega yacht di 75 metri
Tra i vostri partner nel mondo del lusso c’è Giorgio Armani, oggi anche azionista del gruppo. Cosa state sviluppando insieme?
“L’accordo con Giorgio Armani prevede, in una prima fase, la costruzione di quattro motor yacht fino a 72 metri. Questa collaborazione rappresenta l’incontro tra l’eccellenza del mondo della nautica e quello della moda, un progetto unico che mette insieme i valori del marchio Armani e l’eccellenza tecnologica e di design di The Italian Sea Group. Anche questa collaborazione è nata quasi per caso. Prima, con il management di Armani è stata gestita la parte contrattuale, poi mi è stato detto che si poteva firmare solo se fosse scoccata la scintilla con il Signor Armani. Andai all’incontro con grande emozione e con un po’ di timidezza. Abbiamo chiacchierato per mezz’ora, a un certo punto si alzò e tornò con il suo grande libro, un volume che racconta la sua storia, che allora era ancora inedito. Schizzò una barchetta su una delle pagine e mi disse: Giovanni questo è il primo yacht che ho disegnato per te. È stata un’emozione incredibile. Sono estremamente orgoglioso di questa alleanza, Armani è sinonimo di eleganza e ricercatezza senza tempo e la sua visione stilistica contribuirà ad accrescere anche la nostra sensibilità estetica”.
Quali sono i vostri principali mercati e come volete potenziare la vostra presenza all’estero?
“Il nostro mercato è globale. Siamo entrati ufficialmente nel mercato americano degli yacht di grandi dimensioni, consolidando la posizione di TISG come player globale di riferimento nel segmento dei mega yacht con la vendita dell’Admiral Galileo di 82 metri. Il comparto della nautica è tornato a essere molto dinamico. Il segmento dei mega yacht si è dimostrato più resiliente rispetto ad altri settori, anche perché la clientela fidelizzata è internazionale e costituita da soli Ultra High Net Worth Individuals meno esposti a scenari economici recessivi”.
Il vostro Dipartimento Ricerca e Sviluppo è composto da circa 25 architetti e 20 ingegneri impegnati costantemente nello sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche. Quali sono i vostri progetti più avveniristici e su cosa state lavorando oggi?
“Questo dipartimento, oltre che essere la nostra forza, è la mia anima e la mia gioia: è il luogo dove mi rifugio per potermi ri-energizzare dalla gestione aziendale. Stiamo lavorando con impegno su vari livelli. Il Domus 118 Tecnomar è un progetto fortemente caratterizzato da elementi propri delle imbarcazioni dai grandi volumi e da dettagli strutturali ed estetici imponenti. Stiamo costruendo l’Art Explorer, uno dei catamarani a vela più grandi del mondo e l’Admiral Galileo, un mega yacht di 82 metri che è una vera e propria opera d’arte. Abbiamo completato lo sviluppo del primo 47 metri di Perini e allo stesso tempo stiamo lavorando sul nuovo Perini Falcon di 80 metri, che sarà di una bellezza e di un’innovazione stilistica stravolgente. Investiamo continuamente in innovazione tecnologica per cercare di anticipare le richieste dei nostri armatori. Ogni anno destiniamo in media l’1,5% dei ricavi alle attività di R&D puntando sull’evoluzione e sviluppo del design, elemento fondamentale nelle imbarcazioni di lusso. Allo stesso tempo, con i nostri ingegneri siamo impegnati nell’innovazione dei sistemi di propulsione, sempre e costantemente nel rispetto e nel miglioramento delle emissioni e dell’impatto ambientale. Al momento, delle 17 navi che stiamo producendo, la metà è dotata di motore ibrido”.
Il vostro cantiere vanta un bacino di carenaggio unico nel Mediterraneo. Come lo ha sviluppato negli anni?
“Siamo cresciuti in fretta e avevamo bisogno di spazi adeguati a sostenere la nostra produzione. Nel 2012, a seguito dell’acquisizione di Nuovi Cantieri Apuania, abbiamo investito 35 milioni di euro per ristrutturare le facilities dello storico cantiere e ottimizzare la capacità produttiva, dapprima attraverso lo sviluppo di vere e proprie Business Unit per internalizzare alcune delle fasi più importanti della filiera produttiva come l’acciaieria, la tappezzeria e la carpenteria di allestimento. Con l’aumentare della domanda abbiamo sentito la necessità di ampliare i nostri spazi produttivi: ciò è stato possibile attraverso i due piani di investimento TISG 4.0 e TISG 4.1, rispettivamente da 40 e 15 milioni di euro. Uno degli step più importanti è stata la costruzione del nuovo bacino di carenaggio, inaugurato nel novembre 2021, il primo dopo mezzo secolo a essere costruito in Italia: l’ultimo, inaugurato 50 anni fa, era proprio il bacino della Nuovi Cantieri Apuania”.
Tema sostenibilità: cosa vuole dire per lei e come si declina concretamente all’interno del cantiere?
“Abbiamo avviato un percorso di transizione ecologica che investe ogni aspetto del cantiere. Con riferimento alla produzione, oltre al motore ibrido, già previsto su metà delle commesse, in cui l’energia cinetica prodotta dal movimento degli yacht è trasformata in elettricità per il motore stesso, TISG è impegnata nello sviluppo della propulsione a idrogeno. In cantiere abbiamo sviluppato un’estrema attenzione rispetto all’ambiente e alla gestione della diversificazione dei rifiuti costruendo un’isola ecologica e stiamo sempre più puntando alle energie rinnovabili per supportare quasi totalmente il nostro fabbisogno interno. Da qui a giugno del prossimo anno tutti i nostri capannoni, un totale di 60.000 mq, saranno coperti da pannelli solari. Questo ci darà la possibilità di produrre in autonomia il 50% del fabbisogno aziendale. Grande attenzione viene data anche alla formazione dei nostri dipendenti e alle donne: abbiamo 100 donne in azienda, vale a dire il 20% del nostro organigramma, da noi non esiste divario tra lo stipendio femminile e quello maschile. Senza dimenticare la sostenibilità verso il territorio, dai progetti benefici agli interventi di abbellimento urbano. Il nostro concetto di sostenibilità è davvero a 360 gradi”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di aprile del magazine Wall Street Italia