Giovedì di passione in Francia: sciopero generale contro la riforma delle pensioni
Giovedì di passione in Francia per lo sciopero generale indetto dai sindacati contro la riforma delle pensioni sociali, uno dei capisaldi del programma di Emmanuel Macron. Dagli aerei ai treni, da autobus e metro alle scuole, fino agli ospedali, aperti solo per le emergenze. In tutto il paese si attende una mobilitazione di massa, tra le più imponenti degli ultimi anni.
In via preventiva Eurostar ha cancellato tutti i collegamenti da e verso Parigi fino al 9 dicembre; lo stesso avverrà oggi per un quinto dei voli del Paese.
A incrociare le braccia saranno anche altre categorie di dipendenti pubblici, tra cui gli insegnanti. Due scuole su dieci rimarranno chiuse; così come diversi uffici postali.
In tutto il paese si attende una mobilitazione di massa, tra le più imponenti degli ultimi anni. Sono circa 250 le manifestazioni annunciate a Parigi ed in altre città, promosse da sindacati, partiti dell’opposizione e ‘gilet gialli’. La capitale sarà blindata, con seimila poliziotti dispiegati: nei cortei si teme l’infiltrazione dei black bloc.
Non sono solo i lavoratori del settore pubblico a contestare una riforma che prevede di uniformare gli attuali 42 regimi presenti. Il consiglio nazionale degli avvocati ha dichiarato per oggi una giornata di “giustizia morta”, per difendere il suo regime autonomo. La stessa richiesta del personale di polizia, che si ferma fino alle 15.
Che cosa prendere la riforma
La riforma prevede prima di tutto un innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Poi punta a snellire il sistema pensionistico, che è considerato complesso e inefficiente, dato che è composto da 42 regimi pensionistici.
L’obiettivo della riforma è quello di creare un sistema universale a punti identico per tutti, sia pubblici che privati. L’assegno pensionistico verrà determinato da un metodo di calcolo che prevede, alla fine di una carriera, di sommare i punti raccolti dal versamento annuale dei contributi mentre i regimi vigenti permettono a molti lavoratori di calcolare la pensione sulla base degli anni di contribuzione in cui hanno versato più soldi.
Macron ha promesso che per ogni euro versato ci sarà lo stesso livello di pensione per tutti, ma i sindacati sono scettici, specialmente di fronte ai calcoli da fare per i lavori pesanti che permetterebbero una pensione anticipata.
Secondo un recente sondaggio il 64% dei cittadini d’oltralpe ritiene che Macron non comprenda la realtà delle difficoltà sociali che attraversa il Paese e questo creerebbe incertezza.
La Francia spende il 14 per cento del proprio PIL per le pensioni, due punti in meno dell’Italia ma sei punti in più della media dei paesi dell’OCSE. In media i pensionati francesi ricevono il 61 per cento del loro stipendio finale.
Tornando alla mobilitazione generale, va detto che la scelta del giorno dello sciopero non è casuale. Il 5 dicembre del 1995 una protesta di piazza proprio sulla riforma delle pensioni fece cadere il governo Juppè. Macron è avvertito.