MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in ribasso, penalizzata dalle vendite sui bancari dopo il downgrade annunciato ieri sera da S&P. L’agenzia ha abbassato il rating sulla solvibilità del debito a BBB, portandolo a due soli notch dal livello junk. Ma secondo il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni la decisione riflette motivazioni retrospettive e non tiene conto delle azioni intraprese dal governo e dei dati economici più recenti.
“Sono in parte d’accordo con le affermazioni del Tesoro, ma non c’è dubbio che la decisione di S&P, anche se avrà un impatto limitato, sia un nuovo schiaffo al Paese”, dice a Reuters un trader. “L’Italia ha bisogno di riforme strutturali, finalizzate ad attrarre investimenti”.
Non aiuta la comunicazione dei risultati dell’asta di Bot a 12 e sei mesi. Sotto i riflettori i tassi a 1 anno, che sono tornati al di sopra della soglia dell’1% per la prima volta da marzo.
E’ il primo collocamento di bond italiani dopo la decisione di S&P di tagliare il rating sul debito italiano da “BBB+” a “BBB” – a un valore di appena due gradini superiori al livello junk, spazzatura – con outlook negativo. Il Ftse Mib perde lo 0,72% a 15.677,26 punti.
Ma non è solo S&P a preoccupare gli investitori e a far alzare il livello di guardia nel mercato dei bond. In grave pericolo il governo Letta e la tenuta della maggioranza, dopo che il Pdl ha chiesto la sospensione dei lavori del Parlamento per tre giorni. Si ripresenta l’ipotesi di tornare alle urne, probabilmente nel mese di ottobre.
C’è poi la crisi delle banche italiane, con i margini ridotti all’osso. L’Abi parla di tasse sproporzionate e in occasione del convegno Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia, afferma che le tensioni nel mercato del credito “sono destinate a proseguire nei prossimi mesi”. Visco ha anche detto che con la ripresa dell’economia le banche potranno tornare a investire meno nei titoli di Stato e a sostenere di più imprese e famiglie.
Focus sulla performance dell’euro, che ha testato il valore più basso dallo scorso 4 aprile nei confronti del dollaro, sulla scia delle speculazioni secondo cui le politiche monetarie di Fed e Bce saranno sempre più differenti, visto che Ben Bernanke sembra essere pronto a staccare prima o poi la spina al QE, a fronte di un Mario Draghi che ora sembra invece propenso ad adottare una sorta di quantitative easing europeo.
A tal proposito, i trader attendono la pubblicazione delle minute della Fed, relative all’ultima riunione, per comprendere le prossime mosse di Bernanke. La moneta unica recupera comunque terreno e riconquista quota $1,28.
Tra i titoli europei, rally di Burberry, +4,9% dopo che la casa di lusso ha riportato vendite, nel suo primo trimestre fiscale, a un valore superiore rispetto alle attese, ovvero a 339 milioni di sterline ($505 milioni).
Indice Stoxx 600 -0,35%, dopo aver testato ieri il massimo dallo scorso 10 giugno, scommettendo sulla crescita degli utili in Usa, dopo i conti di Alcoa. Listini europei: Londra -0,42%, Francoforte -0,36%, parigi -0,44%, Madrid -1,19%.
Cina osservata speciale dopo i pessimi dati sulle esportazioni di giugno, che hanno deluso le stime. Le esportazioni sono scivolate di fatto -3,1% su base annua, segnando la prima flessione dal gennaio del 2012, contro il +3,7%-4% atteso dal consensus degli analisti. In contrazione anche le importazioni, -0,7% su base annua.
“I mercati stanno sottovalutando la debolezza nelle condizioni della domanda esterna”, commenta Junwei Sun, economista di HSBC. Il calo delle esportazioni riflette infatti, a suo avviso, soprattutto il rallentamento della domanda globale. D’altronde, proprio ieri, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso l’outlook per la congiuntura.
Guardando ai singoli mercati asiatici, Nikkei della Borsa di Tokyo -0,39%, Hong Kong +0,61%, indice australiano S&P/ASX 200 +0,40%, Shanghai +1,84% nonostante il pessimo dato, Kospi coreano -0,34%. In particolare, indice australiano ha chiuso vicino ai massimi delle ultime cinque settimane, mentre quello di Shanghai ha superato quota 2.000.
BTP ITALIA – Spread Btp-Bund +1,41% a 282,15 punti base. Il rendimento del decennale +1,02% al 4,43%.
PIAZZA AFFARI – Sotto pressione i bancari, che tanto peso hanno nel computo del listini principale. Generali in ribasso dopo un accordo per comprare da un gruppo di investitori il 3% di Generali Deutschland. Sotto pressione anche gli industriali, come Enel, Fiat e Finmeccanica. Telecom Italia paga l’elevato debito e quindi il declassamento di S&P sul merito del credito. Fuori dal Ftse Mib, Rcs cede terreno dopo che l’asta per l’inoptato azioni risparmio è stata chiusa. L’asta ha fatto il pieno in pochi minuti ed è stata chiusa in anticipo.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro +0,26% a $1,2813. Il cambio dollaro yen si attesta a 100,09 (-1,04%), quello euro-franco svizzero a 1,2418 (-0,14%). Euro/yen -0,80% a JPY 128,22.
Sui mercati delle commodities, il petrolio continua a subire gli effetti della tensione geopolitica con l’Egitto, che rischia di scivolare in una guerra civile. I futures sull’oro nero +1,15% a quota 104,72 dollari al barile. Il prezzo dell’oro +0,43% a $1.251,30 l’oncia.
Da varie sedute a sospingere i prezzi dell’oro nero hanno contribuito le tensioni in Medio Oriente e in particolare in Egitto: A Londra il Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord, aumenta di 45 cents a 108,26 dollari. Più consistenti gli aumenti del greggio di riferimento Usa, il West Texas Intermediate. In questo modo si è ridotto a poco più di 3 dollari il divario tra queste due qualità di greggio, tornando così sui minimi dal 2010.
ANALISI MERCATI, TASSI, VALUTE
Tassi & Congiuntura: in area Euro ieri si è assistito ad un rialzo dei tassi di mercato sui titoli periferici in un contesto di calo dei paesi core, in particolare dei tassi tedeschi, sulla scia del taglio delle stime di crescita globali da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per il 2013/14.
Segnaliamo il movimento in controtendenza dei bond portoghesi, acquistati dopo lo sblocco dei finanziamenti concessi alla Grecia da parte dell’Eurogruppo. La mattina si apre con il proseguimento di tale trend amplificato dal taglio del rating italiano da parte dell’agenzia S&P. Il rating è stato portato da BBB+ a BBB, due gradini sopra la categoria “junk”, con outlook negativo a causa delle aspettative di prospettive economiche deboli.
I tassi d’interesse reali per le aziende italiane non finanziarie sono su livelli superiori a quelli antecedenti la crisi finanziaria. Lo spread Italia-Germania si colloca oltre i 280pb questa mattina. Ieri il FMI ha rivisto al ribasso le stime sull’economia dell’area Euro per il 2013: l’istituzione si attende una contrazione pari allo 0,6% anziché dello 0,3% come stimato ad aprile; nel 2014 è atteso un recupero più lieve delle precedenti stime (+0,9% da +1,1%).
Ieri un po’ di turbolenze sui cambi sono arrivati dalle parole del membro BCE Asmussen. L’esponente ha dichiarato in un’intervista tv alla Reuters che le linee guida della BCE vanno oltre i 12 mesi. Non ha inoltre escluso la possibilità di una nuova operazione di rifinanziamento a lungo termine (LTRO), anche se al momento la liquidità non è un problema.
La BCE ha successivamente smentito le dichiarazioni dell’esponente tedesco dicendo che Asmussen non intendeva dare un’indicazione temporale esatta sulle linee guida fornite dalla Bce con riferimento al “periodo esteso di tempo”. Sul tema della supervisione bancaria Asmussen ha dichiarato che la BCE potrebbe coprire tale incarico dal settembre/ottobre 2014 e che bisogna prepararsi per far fronte a nuove carenze di capitali da parte delle banche.
Negli Usa tassi sostanzialmente stabili in attesa degli eventi di oggi, in primo luogo il discorso di Bernanke in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita della Federal Reserve. Il discorso sarà preceduto dai verbali dell’incontro di fine giugno. Si tratta di due avvenimenti da cui gli operatori cercheranno di trarre ulteriori indizi per comprendere quanto sia ampio il consenso a favore del ridimensionamento del piano di acquisti già a partire da settembre.
Sul fronte aste, è stata ben accolta quella di 32Mld$ sul comparto triennale con un rapporto di domanda rispetto all’offerta superiore agli ultimi mesi per tutte le principali categorie di investitori. Oggi saranno emessi 21Mld$ di titoli decennali.
Valute: ieri si è assistito ad un deprezzamento dell’euro verso dollaro con il cambio calato sui minimi da aprile sotto area 1,28 in seguito alle parole del membro della Bce Asmussen. Il cambio oggi ha un livello di supporto presso area 1,2750 (livello toccato lo scorso aprile ed a fine marzo); la resistenza passa da 1,29. Occhi puntati questa sera sui verbali Fed e sulle parole del governatore Bernanke. Ieri si è assistito ad un deprezzamento della sterlina dopo il dato peggiore delle attese arrivato dal settore manifatturiero britannico a maggio.
Il deprezzamento ha portato il cable (gbp/usd) sui minimi da circa 3 anni. Verso euro si è assistito prima ad un temporaneo deprezzamento della sterlina con il cambio salito ai massimi da marzo, seguito da un apprezzamento dopo le parole di Asmussen. L’euro infatti ieri è stata una delle valute più deboli della giornata.
Sul fronte yen questa notte si è apprezzato verso quasi tutte le valute principali sulla scia del lieve calo del Nikkei e su minori attese di manovre espansive in arrivo dalla BoJ domattina. Segnaliamo l’apprezzamento del rublo verso le principali valute in attesa della riunione della banca centrale di venerdì grazie al recupero dei bond locali su attese di taglio dei tassi nella prossima riunione. Infine segnaliamo il deprezzamento dello yuan cinese dopo i deludenti dati macro di giugno dove è risultato un inatteso calo sia delle importazioni che delle esportazioni.
INFORMAZIONE STAMPA SUI TITOLI DI MPS CAPITAL SERVICES.
BUZZI UNICEM – La società ha concluso con successo, comunica una nota, l’offerta di 200 Mln€ di obbligazioni equity-linked. Le obbligazioni saranno emesse alla pari per 100 Mln nominali con cedola semestrale dell’1,375% annuo e prezzo di conversione iniziale fissato a 15,986€ con un premio del 35% sul prezzo medio ponderato per i volumi dei titoli della società tra il lancio e il pricing.
ENI – La società investirà circa 700 Mln€ per la ristrutturazione e il rilancio della raffineria di Gela, con l’obiettivo di recuperare la sostenibilità economica del sito, superando le debolezze strutturali.
FIAT – L’A.D. Sergio Marchionne ha detto che vuole regole certe prima di fare nuovi investimenti in Italia e chiede al governo di trovare una soluzione all’incertezza che si è creata sulle rappresentanze sindacali dopo la decisione della Consulta. L’A.D. ha aggiunto che il rilancio di Alfa Romeo si farà, ma spetta all’Italia decidere se sarà qui o altrove. Intanto Fiat investirà nello stabilimento Sevel, dove produce veicoli commerciali leggeri insieme a Peugeot,700 Mln€ in cinque anni. Lo dice una nota della società, aggiungendo che 550 Mln€ saranno finanziati da Fiat-Chrysler e 150 Mln€ da Peugeot. Inoltre la società ha collocato un bond da 850 Mln€ con un rendimento del 6,75% e una durata di sei anni.
FIAT INDUSTRIAL – Il presidente Sergio Marchionne ha detto che la società che nascerà dalla fusione tra Fiat Industrial e Cnh intende mantenere le sue attività in Italia e rafforzarle. Inoltre ha aggiunto che la nuova società, che prenderà il nome di Cnh Industrial, guarda a operazioni di integrazione con altri gruppi, negli Usa e in Asia per Iveco e nelle macchine agricole, ma fuori dai settori in cui è già presente.
GENERALI – La società ha raggiunto un accordo per comprare da un gruppo di investitori il 3% di Generali Deutschland e poi lancerà uno squeeze-out sul rimanente 4%, acquisendo così il pieno controllo del gruppo assicurativo tedesco, che sarà poi delistato.
MEDIASET – La Corte di Cassazione ha fissato al 30 luglio, almeno cinque mesi prima del previsto, l’udienza del processo sui diritti tv Mediaset.
RCS – Inizia oggi l’asta dei diritti inoptati dell’aumento di capitale, che terminerà il 16 salvo chiusura anticipata per vendita totale dei diritti.
TELECOM ITALIA – Il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, ha detto che l’operazione di separazione societaria della rete di accesso che Telecom Italia ha sottoposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è coraggiosa e innovativa, ma eventuali semplificazioni regolatorie saranno calibrate in base al perimetro di rete scorporata e in funzione dell’effettiva separazione del controllo. Il presidente di Telecom, Bernabè, ha detto che non intende chiedere una regolazione di favore all’Autorità.