Economia

Glencore: parte piano taglio debito, ma mercato non si fida

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LONDRA (WSI) – Sotto pressione degli investitori il gigante minerario ha risposto il mese scorso con un rilancio del patrimonio netto di 2,5 miliardi di dollari come parte di un piano di riduzione del debito di 10 miliardi.

Nel tentativo di rassicurare gli investitori in seguito al calo dei prezzi delle materie prime, il colosso minerario Glencore ha rivelato i dettagli delle sue prossime operazioni commerciali e i progetti per il taglio del debito.

Il titolo ha perso il 3% circa ieri, ma negli ultimi giorni si è riscattato dopo il crollo del 30% di lunedi’. Una nota degli analisti ha avvertito che il capitale azionario di Glencore avrebbe potuto bruciarsi del tutto se il gruppo attivo nel trading delle materie prime avesse dovuto perdere il giudizio di investmente grade. Perché cio’ accada, secondo Goldman Sachs, basterebbe un calo del 5% delle materie prime. Anche i prezzi dei bond del gruppo anglo svizzero hanno iniziato ad andare a picco, scontando l’idea che il debito venga giudicato spazzatura.

Il titolo Glencore si è qualificato come il peggior FTSE 100 quest’anno, conseguenza del peso delle preoccupazioni degli investitori in merito al rallentamento economico della Cina che potrebbe deprimere ulteriormente la domanda di materie prime. Anche altri titoli minerari sono stati colpiti, ma la pressione che ha subito il gruppo Glencore è stata maggiore soprattutto per i suoi alti livelli di debito, parte dell’eredità ricevuta in seguito all’acquisizione di Xstrata avvenuta due anni fa.

Un’altra caratteristica del gigante minerario è che tende a mantenere una certa segretezza sulle operazioni di trading. Cio’ è cambiato, con Glencore che ha rivelato alcuni elementi chiave di tali attività, di cui Glencore non dice molto, sostenendo che offrire piu’ informazioni darebbe un vantaggio concorenziale notevole a rivali come Vitol o la svizzera Trafigura.

Durante un’assemblea con gli investitori, Glencore ha offerto dettagli sulle riserve del valore di 17 miliardi di dollari che sono usate per le sue operazioni di trading e commercio. Questa somma non viene inclusa nella definizione di debito netto, che era pari a $30 miliardi alla fine di giugno. Tuttavia le agenzie di rating ne hanno tenuto conto nel calcolare il debito complessivo dell’azienda, il che ha reso peggiore la valutazione finale.

Glencore ha allora pensato bene di fornire dettagli in piu’ su tali riserve e sulla loro composizione, con l’obiettivo di dimostrare che se mai se ne presentasse il bisogno, potrebbe liquidarle in fretta. Circa due terzi di esse, pari a 12 miliardi di dollari, sono legate al petrolio e hanno avuto un ciclo di trading di soli otto giorni.

Il business dei metalli di Glencore, che ha un ciclo piu’ lungo di 40 giorni, rappresenta una fetta molto inferiore delle scorte complessive. Il rischio a livello di prezzi è minimo anche per le riserve dedicate alle attività commerciali. Quasi tutte infatti sono infatti “coperte” oppure vengono vendute prima che il prezzo cali ulteriormente.

Il messaggio è chiaro: i trader e le case di trading possono sopravvivere a un indebolimento dei prezzi di mercato. Allo stesso tempo possono anche venire inglobate in un vortice se sbagliano a prendere decisioni importanti. Glencore è accusata di aver erroneamente scommesso su una ripresa del mercato del petrolio, dimostrando che puntare sulle attività di trading per salvarsi in tempi di crisi non è una scelta astuta.

Il gigante in crisi ha annunciato interventi di taglio del debito per un ammontare di 10,2 miliardi di dollari e ha ribadito di non avere problemi di solvibilità. Il mese scorso, sotto la pressione da parte degli investitori, il gruppo anglo elvetico, con sede a Baar, ha rilanciato il patrimonio netto di 2,5 miliardi di dollari come parte di un piano di riduzione del debito di almeno 10 miliardi.

I titoli nel frattempo rimangono di oltre il 20% sotto i livelli di prezzo al quale Ivan Glasenberg, chief executive del gruppo, e altri dirigenti e investitori hanno fatto riferiemnto in settembre nel partecipare all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di dollari.

Fonte: Financial Times

(Aca-DaC)