Economia

Gli 11 cigni neri che hanno cambiato il mondo nel nuovo millennio

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L’incertezza è il nemico numero uno degli investimenti. Tuttavia alcuni eventi sono difficilmente prevedibili. Come diceva Niels Bohr, Nobel per la fisica nel 1922, riprendendo un vecchio adagio danese, “È difficile fare previsioni, soprattutto sul futuro”. Non è infatti un caso che in finanza si parli di cigni neri, ovvero eventi imprevedibili che hanno cambiato per sempre la storia della finanza. Quando si verificano questi eventi catastrofici, i mercati finanziari non vengono risparmiati dalle conseguenze nefaste che li accompagnano. Si pensi per esempio a quanto accaduto con la crisi finanziaria globale del 2008. Chi, davvero, avrebbe mai pensato che Lehman Brothers avrebbe chiuso i battenti, in un contesto in cui tutti erano convinti che tali società fossero “Too big to fail”, ovvero “troppo grandi per fallire?”. Vediamo di seguito gli 11 cigni neri che hanno cambiato il mondo e che si sono susseguiti dall’inizio del nuovo millennio.

Gli 11 cigni neri del millennio

  1. Crisi finanziaria che ha travolto l’Asia (1997), scatenando un crollo dell’azionario globale del 60%.
  2. Esplosione della bolla dot-com (2000), che ha visto il Nasdaq capitolare del 78% da 5.046,86 a 1.114,11 punti.
  3. Attentati dell’11 settembre (2001), cui ha fatto seguito un’ondata di vendite che hanno messo in ginocchio Wall Street l’11 settembre del 2001 (con il Dow Jones massacrato con una perdita -14%)
  4. Crisi finanziaria globale (2008), che ha mandato in fumo $10.000 miliardi dall’azionario globale,  e che ha come simbolo le foto che ritraggono i dipendenti di Lehman Brothers uscire mestamente dagli uffici portando scatoloni pieni di roba accumulata negli anni euforici delle pazze scommesse.
  5. Crisi dei debiti sovrani in Europa (2008);
  6. Disastro nucleare di Fukushima (2011), seguito allo tsunami dell’11 marzo del 2011.
  7. Crisi petrolifera (2014), che ha portato i prezzi del petrolio a più che dimezzare il loro valore da $110 a $50, e che è iniziata ufficialmente il 22 giugno, con gli 1,3 milioni di barili che sono stati caricati in due tanker in un porto della Libia. Così è finito il decennio di alti prezzi sui mercati energetici.
  8. Black Monday (2015), con la borsa di Shanghai crollata in una sola sessione dell’8,5% e del 30% tre settimane più tardi.
  9. Brexit (2016). L’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, diventata ufficiale nel 2020, ma frutto del referendum del 2016 ha mostrato i suoi effetti negativi soprattutto in termini di crescita economica per il Paese ma anche sul fronte valutario. Non è un caso che da sondaggi recenti, come quello promosso dal quotidiano Independent, emerga che due terzi dei sudditi britannici siano a favore di un nuovo referendum sulla Brexit, questa volta per decidere se far rientrare o meno il Paese nell’Unione europea.
  10. Coronavirus (2020): gli effetti della pandemia sull’economia mondiale sono stati per alcuni verso senza precedenti: la chiusura dei confini e delle attività, per via dei lockdown, ha fatto sentire i suoi effetti negativi sul Pil mondiale ma anche sulle aziende. Queste ultime hanno visto i loro tassi di crescita diminuire drasticamente mentre i lockdown senza precedenti in Cina hanno creato interruzioni nella catena di approvigionamento a livello globale che hanno messo a rischio la produzione in molti settori, hi tech prima di tutto.
  11. Guerra in Ucraina (2022): l’economia dell’Unione europea è stata colpita duramente dell’impatto della guerra causata dall’invasione russa nel Paese. I prezzi dell’energia hanno subito una forte nuova impennata, portando l’inflazione a livelli record. Le interruzioni delle catene di approvvigionamento e l’aumento dei costi di molte materie prime hanno fatto lievitare il prezzo degli alimenti e di altri beni e servizi di base, mettendo a dura prova le imprese e i risparmi delle famiglie.