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Gli investitori scommettono contro l’euro. Non succedeva da più di 2 anni

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Il Vecchio Continente, complice la crisi del gas, rischia di finire in recessione. Uno scenario che si riflette nelle scelte degli investitori, che stanno scommettendo sul calo dell’euro, come non accadeva da oltre 2 anni. Scommesse allo stesso tempo favorite anche dal rialzo del dollaro Usa, destinato a quanto pare a rafforzarsi ulteriormente per via della politica restrittiva della Federal Reserve.

Secondo i dati pubblicati venerdì dalla Commodity Futures Trading Commission, riportati dal Financial Times, gli speculatori hanno accumulato posizioni corte nette sull’euro – un modo per scommettere sul calo del valore – di 44.100 contratti nella settimana fino al 23 agosto, rispetto ai 42.800 della settimana precedente. Si tratta della maggiore posizione ribassista nei confronti dell’euro dall’inizio della pandemia nella prima settimana di marzo 2020, quando gli investitori hanno mantenuto posizioni corte nette di 86.700 contratti, mentre l’economia dell’eurozona è precipitata in una contrazione record del dopoguerra.

Euro aggrappato alla parità

Anche oggi sul mercato valutario il cambio euro/dollaro resta aggrappato alla parità, dopo che la settimana scorsa era sceso sotto la soglia psicologico, raggiungendo i minimi da 20 anni (-15% in  un anno) quando i prezzi all’ingrosso di gas ed elettricità sono saliti ai massimi storici in Europa a causa dei timori che la Russia riduca le cruciali forniture energetiche. “L’euro in questo momento è puramente una funzione dello shock energetico europeo”, ha spiegato al quotidiano inglese Mark McCormick, responsabile globale della strategia forex di TD Securities. “Il fattore più importante per le prossime due settimane riguarda ciò che accade con il Nord Stream 1 (il gasdotto dalla Russia) e l’aumento dei prezzi del gas”.

David Adams, capo della strategia G10 FX di Morgan Stanley, ha affermato che l’aumento delle scommesse contro l’euro riflette anche il ruolo del dollaro come “un porto sicuro in una tempesta”, nonché il fatto che gli Stati Uniti non sono così esposti alla crisi del gas.

Intanto, a fronte di uno scenario complesso, la Bce appare decisa a portare avanti la campagna di stretta monetaria, dopo aver messo fine all’epoca dei tassi negativi a luglio. Nel suo intervento al simposio di Jackson Hole sabato, Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo Bce, ha spiegato che il rischio che le attese di inflazione si fissino su un alto livello di inflazione sono “uncomfortably high” e che per questo le banche centrali devono agire con decisione per riportare rapidamente l’inflazione sotto controllo. Messaggio che ha ricalcato quanto detto il giorno prima dal presidente Fed Jerome Powell, che ha ribadito l’intenzione della banca centrale americana di rimanere pienamente focalizzata sul contenimento dell’inflazione.