SIENA (WSI) – Tassi & Congiuntura: in area Euro lo scorso venerdì si è concluso con tassi sui titoli periferici in moderato rialzo a fronte di un andamento contrastato per quelli tedeschi. Lo spread Italia-Germania resta comunque su livelli piuttosto contenuti attestandosi in prossimità dei 226pb. Il ministro portoghese Coelho ha dichiarato che il paese cercherà misure alternative per centrare gli obiettivi di deficit dopo che la corte costituzionale ha bloccato il piano che prevedeva un taglio delle pensioni agli statali. Il tasso di mercato decennale portoghese è stabile poco sopra al 6%.
Questa mattina la settimana si apre con lievi vendite sui titoli periferici, leggermente più marcate sui periferici. Sul fronte macro venerdì sono arrivate buone indicazioni dalla fiducia dei consumatori tedeschi che a gennaio è salita ai massimi da oltre 6 anni. Indicazioni negative sono invece arrivate dal fatturato e dagli ordinativi industriali italiani di ottobre, entrambi in contrazione su base mensile.
Nello stesso mese si sono contratte in modo inatteso anche le vendite al dettaglio italiane. Questa mattina deludente anche la fiducia dei consumatori italiani di dicembre, scesa in modo inatteso ai minimi da metĂ anno.
Questa settimana si presenta povera di spunti macro in Europa. Sul fronte di politica monetaria, il quotidiano La Stampa pubblica un’intervista al membro della Bce Praet secondo cui l’istituto si aspetta un recupero degli investimenti ed è “pronto ad agire” qualora la contrazione del credito minacci la ripresa economica.
Negli Usa la giornata di venerdì è stata caratterizzata dalla revisione al rialzo del dato finale del Pil del terzo trimestre che si è attestato al 4,1% t/t annualizzato grazie all’aumento dei consumi. Si tratta della variazione maggiore da fine 2011. La reazione dei Treasury è stata positiva sulla parte lunga della curva con i tassi a 10 e 30 anni in calo a fronte di tassi a breve in lieve aumento.
Il direttore del FMI, Christine Lagarde, ha dichiarato che l’Istituto aumenterà l’outlook sull’economia Usa poiché l’accordo sul bilancio ed il recente annuncio della Fed sul tapering contribuiscono a ridurre l’incertezza sul futuro. Ad ottobre il FMI ha annunciato che il Pil Usa nel 2014 è atteso crescere al 2,6% dall’1,6% del 2013.
Sul fronte macro oggi sono in programma i dati su redditi e consumi delle famiglie di novembre, importanti per capire l’andamento dei consumi nel quarto trimestre dopo la buona performance nel terzo. Domani sono in programma i dati immobiliari e gli ordinativi di beni durevoli di novembre.
Valute: la scorsa settimana nel suo complesso è stata caratterizzata da un apprezzamento del dollaro Usa verso le principali valute grazie all’annuncio del tapering da parte della Fed ed alle indicazioni macro positive. La settimana che si appresta ad iniziare sarà caratterizzata da pochi dati macro di rilievo (oggi e domani sono le giornate più importanti) e da volumi contenuti alla luce del numero ridotto di operatori presenti sui mercati. L’euro/dollaro per questa settimana trova la resistenza di riferimento in prossimità di area 1,38, mentre il supporto più vicino si colloca in prossimità di 1,36.
I dati della CFTC mostrano che la scorsa settimana gli speculatori hanno aumentato le posizioni nette lunghe di euro per la terza volta consecutiva, anche se occorre segnalare che i dati sono aggiornati al giorno prima dell’annuncio del tapering.
Lo yen stamani è poco mosso verso euro e dollaro in un contesto di assenza degli operatori giapponesi per festività nazionale. Verso euro la resistenza si colloca a 143, il supporto a 140,90. Sul fronte emergente resta stabile lo yuan cinese verso dollaro Usa, in prossimità dei massimi da 20 anni, nonostante le forti tensioni sul mercato monetario locale. Il tasso benchmark (repo a 7gg) è salito in prossimità dl 9%, sui massimi dallo scorso giugno. Segnaliamo il calo del baht tailandese ai minimi da 3 anni verso dollaro Usa a causa dei timori legati al prolungato periodo di proteste in atto nel paese.
Commodity: Settimana positiva per l’indice generale GSCI ER che è tornato sui livelli massimi da due mesi circa in scia al rialzo di tutti i settori ad eccezione dei preziosi (-2,3% settimanale). L’oro è infatti sceso sotto i 1200$/oncia per la prima volta da fine giugno registrando una perdita settimanale del 2,5%, anche se in chiusura è riuscito a recuperare i 1200$.
Il settore migliore della settimana è risultato quello energetico (circa +3%) grazie al buon andamento del petrolio. Intorno alla parità si sono mossi gli indici settoriali agricolo e metalli non ferrosi (entrambi +0,2%). Secondo i dati della CFTC gli speculatori la scorsa settimana hanno portato le posizioni nette lunghe combinate sulle principali 18 materie prime ai massimi da fine ottobre; da segnalare però l’andamento in controtendenza delle posizioni nette lunghe sull’oro (scese su nuovi minimi dal 2007) e sul Brent. Leggermente in calo questa mattina il greggio e l’oro.
Azionario: in area Euro la scorsa settimana si è chiusa con il rialzo settimanale dei listini maggiore da aprile grazie alla decisione della Fed che ha aumentato la fiducia sulla forza dell’economia Usa. L’indice Stoxx 600 ha chiuso in guadagno del 3,7% dopo un inizio di dicembre caratterizzato da una certa debolezza. Da inizio mese l’indice è però ancora in territorio negativo.
Venerdì scorso i principali listini europei hanno chiuso in positivo favoriti anche dalla revisione migliorativa del Pil Usa. Buona performance per il Dax tedesco (0,7%) sulla scia della fiducia dei consumatori salita ai massimi da oltre 6 anni. L’indice Stoxx 600 è salito dello 0,5% guidato dal settore finanziario, auto e costruzioni. L’unico settore che ha chiuso in lieve calo è stato quello delle utility che ha perso lo 0,3%.
Anche il Ftsemib ha partecipato al rally dei listini europei chiudendo in positivo (0,6%) con Mediaset (2,6%) che ha continuato la corsa al rialzo sulla scia della possibile integrazione della pay-tv con quella spagnola. Negli Usa le borse hanno registrato nuovi record grazie alla revisione al rialzo del Pil statunitense che ha rafforzato l’ottimismo degli operatori.
L’indice S&P500 è stato spinto al rialzo da quasi tutti i principali comparti ad eccezione delle telecom che hanno perso lo 0,6%. Tra i settori migliori segnaliamo le utilities, i tecnologici e gli industriali. I volumi sono stati elevati in una giornata caratterizzata dalla scadenza contemporanea di future ed opzioni.
Dal festival dei rialzi restano esclusi alcuni listini emergenti con l’indice MSCI EM che ha chiuso venerdì in calo dello 0,2%, chiudendo la settimana in negativo per analogo ammontare. Tra i listini peggiori di venerdì troviamo quello brasiliano (-0,9%), penalizzato dalla debolezza del real, e quello cinese (-2%), sfavorito dalle tensioni in aumento sul mercato monetario. Lo Shanghai composite la scorsa settimana ha perso oltre il 5%. Occorre segnalare che questa notte ci sono stati segnali di recupero da parte di alcuni listini emergenti asiatici con quello cinese in lieve rimbalzo nonostante continui a salire il tasso benchmark monetario. La borsa giapponese è rimasta chiusa per festività nazionale.
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