L’indicatore di Goldman Sachs per calcolare quali sono i rischi che si apra una fase ribassista per i mercati (“Bull/Bear Market Risk“) ha raggiunto la “linea rossa”, facendo dunque scattare un campanello d’allarme.
Va detto che l’anno scorso dava al 67% le possibilità di un’inversione di tendenza per le Borse. Così non è stato e anzi i mercati azionari, sostenuti anche dal maxi piano di taglio alle tasse di Donald Trump da 1.500 miliardi di dollari, hanno toccato nuovi massimi.
Oggi, un anno dopo, la situazione pare peggiorata. A giudicare dai cinque indici che compongono l’indicatore speciale messo a punto dalla banca d’affari americana, le chance di una fase di mercato orso ribassista sono al 75%, percentuale del 10% superiore rispetto a un anno fa, su livelli vicini ai massimi di tutti i tempi e sui medesimi livelli degli ultimi due tracolli massicci del mercato.
Come ha spiegato Peter Oppenheimer, strategist di punta di Goldman Sachs, anche se i singoli indici presi da soli non sono affidabili, la combinazione di tutti e cinque offre un segnale affidabile dei rischi di una fase ribassista per le Borse.
Anche se le previsioni sono da considerare tutt’altro che infallibili, un rischio esiste e un’analisi più approfondita mostra che l’indice di Goldman Sachs ha un rapporto inversamente proporzionale ai ritorni da investimento futuri in Borsa. In questo momento di fatto significa che la banca prevede che da oggi al 2023 le Borse non garantiranno un guadagno, bensì una perdita.
Quanto preoccupati devono essere allora i rialzisti? Goldman Sachs ha provato a dare una risposta ipotizzando due vie diverse possibili:
- Un mercato ribassista catartico;
- un lungo periodo di crescita più fiacca per tutti i principali asset finanziari.
Il primo scenario sarebbe scatenato da un rialzo dei tassi di interesse in Usa in un contesto di inflazione in surriscaldamento dell’inflazione. Venendo a mancare uno dei fattori cardine alla base del ciclo di rialzi, i valori di Borsa si riassesterebbero su livelli più bassi, dai quali potrà poi ripartire un nuovo ciclo di guadagni.
La secondo scenario implica invece un lungo periodo di ritorni modesti, senza un chiaro e definito trend di mercato.