Con la sospensione delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca, in attesa del responso dell’Ema sulla sua sicurezza, le vaccinazioni anti-Covid rallenteranno. E ciò accadrà soprattutto in quei Paesi in cui la dipendenza dal siero anglo-svedese è particolarmente elevata.
Un’analisi di Goldman Sachs ha fatto luce su quali sarebbero i paesi più esposti allo stop di AstraZeneca, che sono naturalmente gli stessi che più avevano contato sulle dosi di questo vaccino per procedere con l’immunizzazione della popolazione.
Per il momento non sono emerse evidenze che possano far pensare a un ruolo diretto di AstraZeneca nelle morti sospette, circa una trentina. L’Autorità europea dei medicinali prenderà la parola domani, 18 marzo, per presentare i risultati delle proprie analisi sui casi in questione.
“Sulla base delle limitate informazioni pubblicamente disponibili, la nostra previsione di base presume che queste sospensioni siano un vento contrario temporaneo e che i paesi dell’Ue riprenderanno le vaccinazioni Oxford-AstraZeneca tra un paio di settimane”, ha scritto Goldman Sachs nel suo report, “in questo scenario di base favorevole, le vaccinazioni rallenteranno temporaneamente con scarso effetto nel medio periodo e l’Ue vaccinerà ancora il 50% della sua popolazione entro la fine di luglio”.
Vaccini: i Paesi più esposti ad AstraZeneca
Fino al secondo trimestre 2021, il Paese che presenta la maggiore prevalenza di AstraZeneca nel totale dei vaccini che saranno inoculati è il Regno Unito (figura in basso), il quale, tuttavia, non ha interrotto le somministrazioni, al contrario di numerosi Paesi Ue. Anche l’Australia è fra i Paesi che più si sono affidati ad AstraZeneca.
“Nell’Ue e in Giappone, troviamo una dipendenza moderata (circa un quarto dell’offerta al secondo trimestre in entrambi i paesi), con ampi contratti Pfizer-BioNTech che forniscono un cuscinetto”, ha scritto Goldman Sacsh, “mentre negli Stati Uniti e in Canada, troviamo una sensibilità molto bassa alle interruzioni di Oxford-AstraZeneca”.
Anche se AstraZeneca dovesse risultare rischioso per la salute e venisse sospeso a tempo indeterminato nell’Unione Europea, la banca d’affari americana prevede che i tempi per raggiungere l’immunizzazione del 50% della popolazione si sposterebbero solo di un mese, da luglio ad agosto.