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Goldman Sachs conferma la riorganizzazione dopo il calo a doppia cifra degli utili

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Utili in calo a due cifre ma sopra le stime del mercato per Goldman Sachs. La banca Usa, nel terzo trimestre, ha messo a segno profitti netti in calo del 43% a 3,07 miliardi di dollari. L’utile netto per azione diluito, pari a 8,25 dollari, è superiore alle attese di Wall Street che puntavamo a 7,75 dollari. Flessione a due cifre anche per i ricavi del 12% a 11,98 miliardi, oltre le attese che erano per 11,42 miliardi.

La banca ha annunciato, come anticipato dai media statunitensi, una riorganizzazione della sua struttura, che prevede la suddivisione delle sue maggiori attività in tre divisioni. Le attività di investment banking e trading saranno inserite in un’unica divisione, mentre l’asset e il wealth management ne formeranno un’altra. Marcus, la consumer bank del gruppo, sarà inserita in quest’ultima divisione.  Una terza divisione ospiterà le operazioni bancarie, il portafoglio della banca relativo alle piattaforme di tecnologia finanziaria. Il presidente e ceo David Solomon ha affermato:

“In un contesto in cui affrontiamo incertezza e volatilità dei mercati, continuiamo a gestire con prudenza le nostre risorse e restiamo focalizzati sulla gestione del rischio. Siamo fiduciosi che la nostra evoluzione strategica porterà a rendimenti più elevati e stabili, portando valore a lungo termine per gli azionisti”.

Non solo Goldman Sachs: male anche J.p. Morgan Chase

Stessa musica anche per J.P. Morgan Chase, la prima grande banca a stelle e strisce a diffondere i risultati per il terzo trimestre del 2022, che ha registrato un utile di 9,74 miliardi di dollari, o 3,12 dollari per azione, rispetto ai 11,69 miliardi di dollari (-17%), o 3,74 dollari per azione, di un anno fa. I ricavi comunicati sono stati di 32,72 miliardi di dollari, dato che si confronta con i 29,65 miliardi di dollari del terzo trimestre del 2021. I ricavi managed sono stati di 33,49 miliardi di dollari.

Il mercato, secondo dati Refinitiv, si aspettava un utile per azione di 2,88 dollari (anche se non è chiaro se i numeri siano direttamente comparabili) su ricavi di 32,1 miliardi di dollari. Sul calo dell’utile incidono maggiori riserve per 808 milioni di dollari, rispetto a un rilascio di riserva netta di 2,1 miliardi di dollari nell’anno precedente.