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Goldman Sachs: la crisi dell’euro crea grandi opportunita’

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New York – Goldman Sachs e’ ottimista: la big di Wall Street vede un potenziale di espansione in Europa per l’istituto finanziario. Questo perche’ la crisi del debito spinge le banche a ridurre i loro bilanci, nell’ambito di un gigantesco processo di deleveraging da cui si possono trarre vantaggi.

Lo ha detto il presidente della potente banca d’affari. In una presentazione tenuta nel corso della conferenza Sanford C. Bernstein a New York, Gary Cohn ha precisato che Goldman, analizzando contratto dopo contratto, sta cercando di capire quale sarebbe la sua esposizione nel caso in cui uno o piu’ paesi dovessero abbandonare la moneta unica, tornando alla valuta nazionale

Ieri, dopo che il funzionario piu’ alto della Commissione Europea ha avvertito che l’Eurozona e’ in pericolo, l’euro ha toccato i minimi di due anni contro il dollaro.

Cohn ha messo in evidenza le opportunita’ che offre il processo di deleveraging in atto nel sistema finanziario del Vecchio Continente, con le banche europee intente a ridurre i loro bilanci nell’ordine di una somma complessiva che potrebbe toccare anche i $2.000 miliardi.

“Il potenziale e’ estremamente interessante, vediamo un’opportunita’ di guadagno in Europa”, ha detto in risposta a una domanda circa la crescita della travagliata economia del continente.

“Siamo in una posizione unica, in compagnia con una manciata di altri istituti, perche’ abbiamo i livelli adeguati di capitale, abbiamo i contatti giusti a livello di clientela, e abbiamo la capacita’ di valutare le opportunita’ e di aiutare le banche europee a smobilizzare enormi fette dei loro bilanci in un modo relativamente efficiente”.

Cohn ha aggiunto che Goldman potrebbe finire per guadagnare soldi nel caso di una rottura dell’euro, ma che la banca e’ molto attenta a non esagerare con l’esposizione verso la regionel. “Abbiamo fatto tutto quello che farebbe in questi casi un gestore del rischio prudente”, ha chiosato Cohn.

Nel 2011 la regione della EMEA rappresentava circa il 25% del fatturato netto di Goldman Sachs e il 19% degli utili pretasse.