NEW YORK (WSI) – Manca meno di una settimana al primo rialzo dei tassi Usa. Mentre il mercato da’ ormai per scontato un aumento del costo del denaro, gli investitori continuano a interrogarsi su quali saranno le conseguenze della prima stretta monetaria dopo circa dieci anni di immobilita’ da parte della Federal Reserve.
In attesa di avere una risposta, con consigli di investimento operativi gli analisti di Goldman Sachs provano a tranquillizzare gli animi. Soprattutto quelli degli investitori fuori dal mercato americano. E lo fanno, ricordando quanto è successo nel passato, avanzando l’idea che la storia spesso si ripete.
Al contrario di quanto si pensi, dunque, i possessori di azioni fuori da Wall Street dovrebbero ringraziare la Federal Reserve. Un rialzo del tassi da parte della Banca Centrale americana ha storicamente prodotto un significativo rialzo dell’azionario non Usa. Si parla di un rialzo del 10% circa nei dodici mesi successivi al primo rialzo dei tassi.
E i maggiori beneficiari, secondo quanto emerge nel grafico sotto, sarebbero proprio i mercati asiatici (escluso il Giappone).
Detto questo, gli analisti di Goldman Sachs mettono le mani avanti, aggiungendo che quello che e’ successo in passato potrebbe non verificarsi nel 2016. “Oggi il mondo e’ molto diverso rispetto a un decennio fa. I mercati sono più interconnessi che mai, i livelli di debito sono aumentati, soprattutto quelli in dollari. Tutto questo mentre la crescita globale si muove al di sotto della sua media storica”.
Non ci sarebbe dunque da meravigliarsi se, questa volta, la storia non si ripetesse.