Goldman Sachs consiglia di andare corti sui Btp a 10 anni, rispetto ai Bonos spagnoli. Secondo gli esperti della banca d’affari, in questo momento, la tenuta degli spread sovrani risulta essere in contrasto rispetto alle difficili prospettive macroeconomiche e alle scelte politiche chiave. A finire sotto la lente d’ingrandimento di Goldman Sachs è, in particolar modo, la politica di bilancio della Banca Centrale Europea. Lo spread Btp/Bund, secondo gli esperti, dovrebbe aumentare a fine anno.
Goldman Sachs suggerisce di alleggerire la posizione dei Btp italiani e preferire i Bonos, ossia i titoli di stato spagnoli. Il motivo che sta dietro a questo suggerimento è il percorso di irrigidimento della politica monetaria intrapreso dalla Bce. Ma soprattutto il rischio di un aumento più pronunciato dei tassi di interesse nel nostro paese.
Goldman Sachs: alleggerire la posizione dei Btp italiani
All’interno di un report inviato ai propri clienti, che Goldman Sachs ha dedicato ampio spazio ai rendimenti dei debiti degli Usa e degli stati europei, gli analisti statunitensi hanno affermato che si attendono che lo spread tra Btp e Bund possa salire a 235 punti base entro la fine del 2023. Ad essere messi sotto pressione saranno principalmente i titoli italiani, che potrebbero pagare dazio all’accelerazione del quantitative tightening a giugno (che consiste nell’uscita da parte della Bce dalla politica degli acquisti di salvaguardia). A pesare potrebbero essere anche gli ulteriori rialzi dei tassi da parte della banca centrale.
Il consiglio risulta essere particolarmente chiaro: andare corti sui Btp a 10 anni contro i Bonos. Gli analisti di Goldman Sachs si aspettano un aumento del premio al rischio, che potrebbe risultare essere più accentuato in Italia rispetto alla Spagna.
L’aspettativa è che, a fronte di una riduzione attesa del corso dei titoli italiani, gli operatori potrebbero vendere i Btp allo scoperto. Per riuscire a realizzare un profitto, potrebbero prendere a prestito i titoli, per venderli sul mercato e quindi ricomprarli ad un prezzo più basso.
Gli esperti di Goldman Sachs ritengono che la Bce possa aumentare la stretta monetaria nel corso dei prossimi mesi: è probabile che questo possa avvenire nel corso del mese di giugno invece che nella prossima riunione attesa per il mese di giugno.
Bce, la politica dei tassi
A soffiare sul rialzo dei tassi, in questi giorni, ci ha pensato Pierre Wunsch, governatore della Banca Centrale Belga e che siede nel consiglio direttivo Bce. Nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times, Wunsch ha spiegato di non essere sorpreso se, ad un certo punto, dovessimo passare ad un costo del denaro al 4%. “Stiamo aspettando che la crescita dei salari e dell’inflazione core rallenti prima di poter arrivare al punto in cui possiamo fermare i rialzi del costo del denaro”.
La Bce ha provveduto ad alzare i tassi sui depositi ad un ritmo senza precedenti dal -0,5% dello scorso mese di luglio al 3%. In questo momento i mercati stanno scommettendo su un aumento fino al 3,75%. Il pressing in arrivo dai falchi, però, non sembra avere un particolare impatto sui mercati, che continuano a dare per scontati ulteriori rialzi.
Gli esperti di Goldman Sachs, per quanto riguarda l’Italia, si sono soffermati sul fatto che potrebbe proseguire l’incertezza sull’attuazione del recovery fund, che potrebbe iniziare a pesare sulle aspettative di crescita a livello nazionale. Ed è per questo che scommettono su un ritorno dello spread tra Btp decennali e Bund tedesco, attualmente attorno a 185 punti, a 235 punti base. Alla luce di tutte queste prospettive la banca americana suggerisce di scommettere contro i Btp e puntare sui Bonos spagnoli dal mese prossimo.