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Golpe anti-Erdogan, timori sul bond italiano in lira turca

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ISTANBUL (WSI) – 48 ore di fuoco sono quelle che ha appena vissuto la Turchia con il tentativo di golpe per spodestare il leader Erodgan poi tornato saldo al suo posto. Un evento imprevedibile e repentino che scuote anche i mercati con la Turchia che da ottimo affare si è tramutata in incubo per tanti piccoli investitori italiani nel giro di 10 giorni.

A destare timori e preoccupazione è un Bond, venduto da banca Imi, divisione di Intesa SanPaolo, la più grande banca del paese e al momento anche la più solida e sicura, in lira turca. Tanti i risparmiatori corsi a comprarlo ai primi di luglio e che ora rischiano di ritrovarsi con in mano un pugno di mosche. Come riporta IlSole24Ore:

“Quel bond (codice Isin XS1435073785) era davvero molto invitante. Innanzitutto, appena due anni di durata. Finestra temporale piccolissima, non si deve tenere in portafoglio un titolo (peraltro molto meno volatile delle azioni) per molto tempo: duration bassa, rischio basso. Il rendimento, poi, è da leccarsi i baffi: 9,15% fisso annuale (18,3% in due anni). Coi tempi che corrono, coi Bot e Btp a tasso zero (ossia perdi soldi a comprarli perché i rendimenti sono negativi), un tasso così è stellare e irresistibile. Come se non bastasse il bond è trattato sulla Borsa Italiana, e non strani listini off-shore non liquidabili e non trasparenti”.

Quel bond in lira turca però è “unsecured” ossia è un debito non garantito e quel rendimento al 9,15% potrebbe andare in fumo da qui a due anni e  il tentativo di golpe sventato non aiuta. Nell’ultimo anno la valute di Ankara ha perso il 13% contro l’euro, con il picco a gennaio quando ha segnato il 19% scivolando a quota 3,43 verso la moneta europea. Cosa dovesse accadere se la lira turca scende ancora?

“Tra due anni il rendimento galattico potrebbe azzerarsi. Se l’Euro si apprezzerà del 9% su Ankara, il guadagno evaporerebbe del tutto; e se l’Euro salirà ancora di più il guadagno teorico si trasformerà addirittura in una perdita”.