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Google Glass manderanno in soffitta gli smartphone

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NEW YORK (WSI) – Un anno fa, indossandoli per la prima volta, i giornalisti della sala stampa li hanno subito trovati divertenti, persino “esilaranti”, ma ancora ‘acerbi’ come prodotto commerciale.

Nonostante l’entusiasmo iniziale per la sorprendente novita’, di li’ a poco gran parte della critica li stroncò, notando tante migliorie da apportare e numerosi difetti tra cui, il più grande, la breve durata della batteria.

Insomma, carini e potenzialmente ‘rivoluzionari’ si, ma ancora costosi e imperfetti, quindi molto lontani dal diventare un dispositivo vendibile alle grandi masse.

In un editoriale sul sito di informazione ‘pop’ Slate, Farhad Manjoo scrive che ad un anno di distanza dalla prima presentazione in pubblico, per i Google Glass c’è ancora molto da lavorare.

Lo hanno notato i pochi clienti che hanno speso 1.500 dollari per acquistarli. Sempre secondo l’opinionista di tecnologie e autore del libro “True Enough: Learning To Live in a Post-Fact Society”, tuttavia, i miglioramenti si iniziano a vedere.

“Li ho provati durante una conferenza a San Francisco e, nonostante i problemi con la batteria siano ancora evidenti, i risultati fin qui ottenuti sono stupefacenti. Molto comodi e, una volta che i propri occhi e le proprie dita si abituano ai controlli e ad una visuale diversa, diventano anche molto intuitivi”.

“Più si usano e più si familiarizza con il prodotto, un po’ come con gli smartphone, un po’ come con tutto. Sono sicuro che nel futuro diventeranno, una volta entrati nel mercato, come delle cuffie per ascoltare la musica con l’unica differenza che lo saranno per gli occhi”.

“Si potranno fare moltissime cose una volta migliorato il dispositivo, ad esempio, anche l’essere aiutati in cucina. Se non ci ricordiamo degli ingredienti di una ricetta basterà indossarli, chiedere aiuto e direttamente, collegandosi ad internet, si avrà la soluzione”.

Bisognerà pazientare ancora un po’ e forse saremo pronti a vivere una nuova travolgente rivoluzione digitale.