Dopo Facebook, con lo scandalo di Cambridge Analytica, e Yahoo, accusata di violare la privacy dei propri utenti per fini pubblicitari, ora tocca a Google.
Secondo quanto riportato ieri dal Wall Street Journal, il colosso di Mountain View avrebbe scoperto una falla nel software Google+, il social network del gruppo, mettendo a rischio i dati di 500 mila utenti ma il gruppo ha taciuto. In base alle ricostruzioni del quotidiano, il problema sarebbe stato scoperto nella scorsa primavera ma la società non lo avrebbe reso noto temendo un danno di immagine e gravi conseguenza dal punto di vista dei controlli.
Dopo la pubblicazione dell’articolo, Google è stata così costretta ad uscire allo scoperto, confermando l’accaduto. Il gruppo si è difeso sostenendo di non aver divulgato la notizia sul ‘bug’ perché non erano emerse prove di un uso improprio dei dati esposti da parte di sviluppatori esterni. Il gruppo ha dunque annunciato una serie di modifiche alla privacy e il blocco del servizio per i consumatori di Google+, il social network in crisi perenne lanciato nel 2011 con la speranza, vana, di insidiare il primato di Facebook. La falla – ha confermato la società – era stata risolta lo scorso marzo.
Pesanti le conseguenze in Borsa. In seguito alla rivelazione, i titoli Alphabet, casa madre dell’azienda di Mountain Vie hanno toccato il minimo degli ultimi 3 mesi con un calo del 2,7% mentre la società, in un blog, ha annunciato la chiusura della versione per i consumatori di Google+, il social network con il quale ha sperato, senza successo, di insidiare Facebook.
L’Ue potrebbe imporre a Google una multa fino al 2% dei ricavi totali per non aver avvertito i regolatori entro le 72 ore successive alla scoperta della falla ma la nuova regolamentazione, ‘General Data Protection Regulation’, è entrata in vigore lo scorso maggio mentre l’incidente si è verificato a marzo.