Il 4 aprile prendono il via le consultazioni con i partiti politici e candidati alla premiership vincitori dell’ultima tornata elettorale che si preparano ai blocchi di partenza in attesa di salire al Quirinale per confrontarsi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. All’ordine del giorno ci saranno le possibili alleanze per la formazione del nuovo governo.
Il MoVimento 5 Stelle, primo partito d’Italia con quasi il 33% dei consensi ottenuti, pretende che ad avere l’incarico per plasmare il nuovo esecutivo sia il suo leader e candidato premier Luigi Di Maio. Altrimenti chiede di ritornare alle urne. Il secondo partito con il 18% dei voti, il PD, dal canto suo ha in più occasioni confermato di voler stare all’opposizione.
Come il M5S, che non intende cedere di un millimetro quando sarà l’ultimo gruppo in ordine di tempo a presentarsi da Mattarella, anche la coalizione vincitrice delle elezioni con il 37% circa dei voti, formata dai partiti di centro destra e destra, spera di ottenere l’incarico dal capo del Quirinale. Presentandosi separati al Colle, Lega (17% dei voti), Forza Italia (14%) e Fratelli D’Italia (più del 4%) sperano di mostrare che il movimento di Di Maio è quello che merita di tentare per primo a formare l’esecutivo. La speranza in quest’ottica, è che il tentativo degli avversari politici vada a vuoto.
Lega: Di Maio si rassegni, non può essere lui premier
La tattica deriva da un elemento delicato, ossia che per il centro destra il problema riguarda più il nome proposto dal M5S, che il programma politico. Il concetto è semplice: se Di Maio è davvero, come dice, disposto a governare insieme al centrodestra, deve rassegnarsi al fatto che non sarà lui a succedere Gentiloni e presiedere il futuro esecutivo.
Come sottolinea il quotidiano La Stampa se da un alto il leader della Lega Matteo “Salvini è disposto a fare un passo indietro, non si capisce perché Di Maio non possa fare altrettanto. Ben venga quindi un incarico al giovin signore pentastellato così, parola di un leghista importante, “magari capirà che il 32% non è il 51%”.
Le consultazioni entreranno nel vivo il 5 aprile, mentre il 4 aprile, un mese esatto dopo le elezioni politiche, gli highlight di giornata saranno rappresentanti dagli incontri dei presidenti di Camera e Senato e dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è stato tra i protagonisti di una fase di consultazioni molto difficile nel 2013, quando dal voto era uscito un paese spaccato in tre ma con un risultato se possibile meno incerto di quello attuale.
Questo è nel dettaglio il calendario delle consultazioni al Quirinale:
Consultazioni del 4 aprile
Alle ore 10 e 30 – Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato
Alle 11 e 30 – Roberto Fico, presidente della Camera
Alle 12 e 30 – Giorgio Napolitano, presidente emerito
Alle 16 – Gruppo per le autonomie
Alle 16 e 45 – Gruppo misto al Senato
Alle 17 e 30 – Gruppo misto alla Camera
Alle 18 e 30 – Fratelli d’Italia
Consultazioni del 5 aprile
Alle ore 10 – Partito Democratico
Alle 11 – Forza Italia
Alle 12 – Lega
Alle 16 e 30 – Movimento 5 Stelle
Le consultazioni si svolgeranno nello Studio alla Vetrata, che è l’ufficio di rappresentanza dove il presidente della Repubblica incontra gli altri capi di stato. Il lavoro quotidiano del capo del Quirinale, invece, si svolge solitamente nello Studio alla Palazzina, dall’altro lato dell’edificio.