Effettuando una rapida esamina del discorso con cui il nuovo – si fa per dire – governo ha chiesto la fiducia della Camera, si capisce che il premier Gentiloni è a Palazzo Chigi per rimanerci. Non è stato infatti fatto nemmeno un riferimento alle elezioni anticipate e si è invece parlato di tutta una serie di riforme che l’esecutivo intende apportate.
Bastano questi motivi per capire come il discorso di presentazione del governo Gentiloni, una sorta di fotocopia sbiadita dell’esecutivo Renzi, non sia piaciuto per niente alle Opposizioni. Il governo riparte insomma da dove Matteo Renzi lo aveva lasciato, cambiando appena le virgole.
Sulla durata del governo il presidente del Consiglio è stato molto chiaro: non ci sono limiti di tempo e l’esecutivo resta finché avrà la fiducia del parlamento. Si è parlato di legge elettorale, come previsto, ma non di elezioni anticipate. Il premier dimissionario Renzi ha detto in un’intervista che prevede che il voto si terrà a giugno. O per lo meno è quello che si augura.
Ma Gentiloni ha espresso chiaramente l’intenzione di portare a termine almeno tre riforme, oltre a quella della legge elettorale, che non sono state coplementate con Renzi. La prima delle quali è quella della Pubblica Amministrazione. La riforma Madia è stata bocciata dalla Corte Costituzionale e ora va rivista.
Altro che governo di scopo, via a riforme promesse da Renzi
Un’altra riforma su cui il nuovo governo punta molto è quella in materia di sicurezza, per scrivere il “libro bianco” della Difesa e quella sulla giustizia penale. Quest’ultima verrà scritta insieme al Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, nuovo ministro degli Esteri al posto di Gentiloni.
Non è un governo di scopo, bensì un governo di responsabilità, “legittimato dal Parlamento e aperto alle Opposizioni”, per usare le parole del premier. Per quanto riguarda la squadra dei capi di dicastero, Gentiloni ha spostato soltanto cinque elementi e cambiato un ministro (quello dell’Istruzione) rispetto all’esperienza di governo precedente.
Con tutti i segnali dati finora, insomma, è ben chiaro come il governo Gentiloni è solo l’estensione della Renzi, senza però la presenza di quest’ultimo. Il giornalista ed ex ministro delle Comunicazioni sotto Prodi vuole avviare da oggi un vero e proprio progetto di governo con tanto di rilancio del Sud d’Italia e della classe media più disagiata.
L’obiettivo è continuare tutto ciò che è stato lasciato a metà da Renzi, dimessosi dopo la sconfitta netta al referendum costituzionale del 4 dicembre.