Per uscire dal vicolo cieco innescato dal braccio di ferro tra Roma e Bruxelles sulla legge di bilancio 2019, Cinque Stelle e Lega pensano perfino al ritorno alle urne. Lo scrive oggi Massimo Franco sul Corriere della Sera secondo cui per un ritorno alle urne si pensa anche a duna nuova legge elettorale visto che con quella attuale sarebbe difficile consacrare un vincitore, come è successo il 4 marzo scorso.
I due partiti che guidano la maggioranza di governo starebbe analizzando pro e contro di elezioni anticipate discutendo anche di una riforma elettorale. Proprio sulla nuova legge elettorale, la volontà che emerge sarebbe quella di permette di governare il paese da soli con il 40 per cento e al tempo stesso abbozzare una riforma costituzionale che preveda l’elezione diretta del capo dello Stato. Qui l’idea sarebbe quella di mettere un esecutore come l’attuale premier Giuseppe Conte al posto di Sergio Mattarella.
Ma al di là di questi scenari a far paura è sempre l’Europa e la tornata elettorale in programma il prossimo anno. Il quotidiano scrive che “nella cerchia di Di Maio” si ricorda il risultato deludente del 2014.
Alle Europee noi andiamo sempre male. I sondaggi allora ci davano al 28 per cento, e prendemmo il 20. Se stavolta riprendiamo il 20, possiamo reggere. Sotto, sarebbe più difficile.
L’Italia nella mani del governo giallo-verde si è creata parecchi nemici all’interno del Vecchio Continente.
L’Italia giallo-verde è stata trasformata in un’ arma contro tutti i populismi, in vista delle urne di maggio. L’Europa appare decisa a usare a proprio vantaggio M5S e Lega, e a farcela pagare: in attesa che il sistema politico vada oltre il passato e il presente.
Lo stato di salute della maggioranza, secondo il leader della Lega, è “buono” con le uniche preoccupazioni che vengono dall’esterno, non dall’interno. “Su chi gioca in finanza posso poco”, ha osservato Matteo Salvini, rispondendo ai cronisti a Montecitorio.