ROMA (WSI) – Si stringe il cerchio attorno al nuovo governo Lega-M5S dopo che i rispettivi leader hanno chiesto al Colle 24-48 ore di tempo per tentare l’ultima carta di un accordo.
E pare che questo accordo ci sarà, mandando in soffitta l’idea di un governo di tregua o di scopo che traghetti il paese fino a dicembre per poi andare a nuove elezioni. Dopo che il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi si è messo da parte dando carta bianca a Salvini per tentare un accordo di esecutivo con Luigi Di Maio, rimane tra i due il nodo premiership. Nodo che potrebbe essere sciolto affidando ai due incarichi di ministro e lasciando la poltrona di premier ad un terzo soggetto, neutrale. Il nome più accreditato è quello di Giampiero Massolo con un curriculum di esperienze all’estero di tutto rispetto.
Ex capo della segreteria particolare del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (1994) Massolo ha ricoperto diversi incarichi alla Farnesina, fino a ricoprire il delicato ruolo di capo del Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nel 2012. Dal 2017 inoltre Massolo è anche presidente dell’Ispi, Istituto di politica internazionale.
Per quanto riguarda gli altri nomi Vincenzo Spadafora, già consigliere politico di Luigi Di Maio e oggi deputato, che si occupa dell’organigramma dei ministeri per conto del M5S, a Porta a Porta si sbilancia:
“Sarà un governo snello con meno di 20 ministri. Oltre ai tredici previsti ce ne saranno pochi altri senza portafogli”.
Di Maio e Salvini dovranno decidere il loro ruolo all’interno del nuovo governo. Se il capo politico dei Cinque Stelle vorrebbe andare alla Farnesina, Salvini vorrebbe starne fuori anche se, scrive La Stampa, Di Maio pretende un impegno simile anche da parte del capo del Carroccio, magari agli Interni.
Dà la sua benedizione al nuovo governo Franco Bernabè, manager, banchiere, finanziere, ex amministratore delegato di Telecom Italia, ex vicepresidente di banca Rothschild, membro del Gruppo Bilderberg.
“Lega e M5s hanno posizioni molto più ragionevoli di quello che sembra. Non ci saranno rivoluzioni né sfracelli. Anche all’estero, negli ambienti finanziari, c’è una percezione sbagliata”.