Economia

Governo, nel Def tornano dismissioni ma c’è un problema

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Prima la legge di bilancio ora il DEF, nella bozza del Documento di economia e finanza allo studio del governo si torna a parlare di dismissioni immobiliari.

 Contiamo di tirare su un mare di soldi dalle dismissioni degli immobili: c’è un piano ambizioso e realistico. Stiamo facendo una prima ricognizione”, visto che il governo intende mettere in vendita “non i gioielli di famiglia, ma i patrimoni secondari che non servono allo Stato”.

Queste le parole del vicepremier Luigi Di Maio a fine novembre parlando delle dismissioni alla vigilia dell’approvazione delle legge di bilancio 2019.

Per il 2018 i proventi derivanti dalle vendite di immobili pubblici dovrebbero ammontare a 600 milioni. Nel triennio 2019-2021 il programma di dismissioni immobiliari prevede un ammontare di 1,25 miliardi, oltre agli 1,84 già previsti”.

Così si legge nella bozza in circolazione.

Dalle dismissioni di immobili statali tre miliardi abbondanti

In sostanza il governo stima di poter incassare dalla vendita di palazzi, fabbricati e caserme sparse su tutto il territorio nazionale tre miliardi abbondanti per i prossimi tre anni.

Tuttavia c’è un problema che forse il governo giallo-verde non ha considerato me che ha messo nero su bianco il MEF con un censimento di maggio scorso: non tutti gli immobili sono disponibili.

Il valore patrimoniale dei fabbricati pubblici censiti dal MEF, circa 1 milione di unità catastali, è stimato in 283 miliardi di euro. Esso è per la maggior parte (77 per cento) riconducibile a fabbricati utilizzati direttamente dalla P.A. (circa 217 miliardi di euro) e quindi non disponibili, nel breve-medio termine, per progetti di valorizzazione e dismissione.

Il restante 23 per cento –sottolinea il MEF – è dato in uso, a titolo gratuito o oneroso, a privati (51 miliardi), oppure risulta non utilizzato (12 miliardi) o in ristrutturazione (3 miliardi). Il ministero guidato da Giovanni Tria ha poi sottolineato che “potrebbe orientare interventi volti a conseguire l’obiettivo di un più razionale utilizzo degli spazi, rendendo in tal modo disponibili per operazioni di valorizzazione immobili di particolare interesse per il mercato”. Si attende ancora la risposta del governo.