ROMA (WSI) – Teme il complotto, Graziano Delrio. Il ministro delle Infrastrutture ha “presentato un esposto alla procura di Roma” per “sapere se davvero pezzi dello Stato tramano contro altri pezzi dello Stato”.
“Voglio sapere se davvero un Carabiniere ha preparato dei dossier falsi contro un ministro della Repubblica”, dichiara Delrio. Il suo caso, legato sempre all’inchiesta sulle trivelle petrolifere in Basilicata, che ha portato alle dimissioni del ministro per lo Sviluppo Economico rischia di inguaiare il premier Renzi e frantumare la fiducia nel governo. Tanto che c’è già chi prevede che si torni al voto l’anno prossimo.
In un’intervista rilasciata a Repubblica il ministro si difende dai ripetuti riferimenti alla sua figura emersi nelle intercettazioni; uno di essi è particolarmente infamante: “I Carabinieri sono venuti a portarmi in ufficio un regalo. Usciranno le foto di del Delrio a Cutro con i mafiosi…”, si ascolta in una conversazione del compagno dell’ex ministro Federica Guidi, Gianluca Gemelli.
“Delrio e Lo Bello stanno portando avanti la nostra nomina”, dice anche nelle intercettazioni Gemelli, servendo agli investigatori sul piatto d’argento il vero do ut des legato alla “legge navale”, sullo stanziamento da 5,4 miliardi di euro e l’ammodernamento dell’intera flotta italiana, come ricorda Antonio Massari sulle pagine del Fatto Quotidiano.
Delrio non ci sta e spiega: “A Cutro ci sono andato da sindaco di Reggio Emilia. Le due città sono gemellate. Ero lì con la fascia tricolore. Sono andato ad una cerimonia, per qualche metro ho seguito la statua locale della Madonna. E basta. Hanno provato a invischiarmi in quella roba, ma non hanno trovato niente perché era impossibile trovare qualcosa. Mai un avviso di garanzia. Voglio sapere se questa attività di dossieraggio è vera oppure no. Voglio sapere se la gente – non solo un ministro – può fidarsi delle Istituzioni. Poi se vengo attaccato da un comitato d’affari, beh per me è un onore. È una medaglia da mettere sul petto”.
D’altra parte, nel ripercorrere l’esperienza di governo dell’indipendente Delrio, Sergio Rizzo conclude sul Corriere che il ministro non ha troppi amici tra imprenditori, affaristi e nemmeno in seno allo stesso esecutivo:
“A Delrio un paio d’ anni al governo sono stati sufficienti per non farsi troppi amici in quei famosi «comitati d’ affari». E questo spiega molte cose. Decisamente”. E ancora: “Di sicuro Delrio non è un personaggio comodo. Non lo è nemmeno per lo stesso premier Matteo Renzi, se è vero che la sua indipendenza non è ben digerita proprio da tutti quelli del suo giro di fedelissimi”.
Altra storia che vedrebbe coinvolto il ministro dei Trasporti sarebbe la nomina di Alberto Cozzo a capo dell’Autorità portuale di Augusta. Dietro a tale nomina ci sarebbe il progetto, caro al Gemelli, di fare del porto di Augusta un grande polo di stoccaggio di petrolio.
“Io ho prorogato i commissari in attesa che entri in vigore la riforma dei porti con i nuovi meccanismi di nomina delle autorità portuali. Il che accadrà entro un paio di mesi”, dichiara Delrio a Repubblica, precisando poi: Cozzo “non mi sembra un fulmine di guerra. Lì [ad Agusta] ci sarebbero una marea di investimenti da utilizzare, ma non mi sembra che si dia da fare. Pensi che con questo Cozzo ho un carteggio in cui cerco proprio di stimolarlo a muoversi”.