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Sottosegretari e viceministri, le figure in corsa per i ministeri economici

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Incassata la fiducia delle Camere, le due anime del governo Conte bis hanno iniziato le consultazioni interne per completare la squadra con le nomine di sottosegretari e viceministri, nonché l’assegnazione delle relative deleghe. Una partita delicata, in particolare fra le file del M5s all’interno del quale sarebbero fioccate decine di “autocandidature” da smistare.
Punti fermo resta l’equilibrio concordato fra le due forze: su 42 incarichi di “sottogoverno” il M5s dovrebbe ricoprirne oltre 20, mentre al Pd ne andrebbero 18-19.

Per quanto riguarda i ministeri di peso economico, il dibattito interno al M5s, protrattosi per ore nella giornata di ieri, avrebbe trovato convergenze sui sottosegretari destinati al Mef nelle figure di Laura Castelli e Stefano Buffagni. Castelli, già viceministro del’Economia nel precedente governo (a partire dal marzo 2019), aveva mostrato ben poca prossimità con le posizioni dem in materia economica finanziaria: dalle posizioni sul referendum sull’euro (sul quale, però, non disse di non sapere come avrebbe votato), alle più recenti schermaglie con l’ex ministro Pier Carlo Padoan (con l’ormai celebre frase “questo lo dice lei” con la quale liquidò le possibili ripercussioni dello spread sul costo dei nuovi mutui). Altro nome pentastellato in lizza per il Mef è quello dell’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, che secondo varie indiscrezioni di stampa sarebbe determinato a strappare al ministro Gualtieri la delega alle partecipazioni statali. Secondo quanto riporta La Stampa, anche l’ex sottosegretario al Mef dell’era gialloverde, Alessio Villarosa, sarebbe fra i nomi a caccia di una riconferma.

Sul versante Pd, la spartizione degli incarichi andrebbe a riflettere gli esiti delle primarie, con un 70% assegnato alla corrente del nuovo segretario Nicola Zingaretti, mentre la parte restante andrebbe alla minoranza (con i renziani in testa). Il ministero delle Finanze sembra portare a due nomi in quota Pd. Il primo, quello del renziano Luigi Marattin, fra i pochi “papabili” che possa contare su un bagaglio accademico di prestigio. Il secondo il nome è Antonio Misiani, capogruppo del Pd in commissione Bilancio al Senato, dell’ala zingarettiana del partito: a quest’ultimo sarebbe destinata la poltrona di viceministro dell’Economia.

Per quanto riguarda invece il ministero dello Sviluppo economico, le nomine attese dai Cinque Stelle vedono in testa l’ex eurodeputato Dario Tamburrano e il giovane Luca Carabetta (classe 1991). Per il Pd il candidato in testa per il Mise è l’attuale assessore allo Sviluppo della Regione Lazio, Gianpaolo Manzella, per il quale si ipotizzano le deleghe all’Energia, anche se il ministro Stefano Patuanelli avrebbe espresso l’intenzione di mantenerle accentrate.