ROMA (WSI) – Il governo ha ridotto al 2,6 dal 2,9% del Pil l’indebitamento programmatico del 2015, dopo aver raggiunto con la Commissione europea l’intesa sugli obiettivi di medio termine.
Su pressione di Bruxelles, che ha rilevato nella legge di Stabilità una “deviazione significativa” dai vincoli europei, l’Italia ha accettato di aumentare a oltre 0,3 da 0,1 punti di Pil la correzione del saldo strutturale, calcolato al netto del ciclo e delle una tantum.
“Il miglioramento complessivo del deficit atteso per il 2015 è pari a circa 4,5 miliardi di euro e porta l’indebitamento netto nominale al 2,6% del Pil”, spiega la presidenza del Consiglio.
A formalizzare la chiusura dei negoziati è stato il commissario agli Affari economici e monetari, Jyrki Katainen, che in una nota ha promosso i bilanci di Italia e Francia escludendo casi di “violazione particolarmente grave”.
La manovra del prossimo anno, in base al testo che il governo ha presentato alla Camera, avrebbe aumentato l’indebitamento netto di 10,4 miliardi.
Adesso, invece, la leva sul deficit scende al massimo a 0,4 punti di Pil, circa 6 miliardi. Una fonte governativa spiega infatti che l’indebitamento tendenziale è confermato al 2,2% del Pil.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ammette che la correzione di 4,5 miliardi ha come conseguenza “un effetto espansivo minore”, ma aggiunge che non c’è stata “nessuna resa” alla Commissione europea. “L’aggiustamento richiesto era di 0,7 punti e si è arrivati a 0,3. Questo dimostra che la flessibilità è possibile”.
“Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell’Unione europea vuol dire che anche l’Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione”, dice l’ex capoeconomista dell’Ocse intervenendo presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato.
La correzione è “un impegno davvero notevole per un Paese al terzo anno di recessione. È comunque uno sforzo che permette di mantenere un equilibrio non facile, su cui il governo continua a lavorare tra continuazione del risanamento delle finanze pubbliche e stimolo alla crescita”.
In ogni caso, l’accordo con la Commissione non scongiura del tutto i rischi di una procedura di infrazione.
“Nei prossimi mesi avremo a che fare con la più stringente regola di riduzione del debito”, ricorda Padoan.
Ora il governo depositerà in Parlamento la relazione con i nuovi obiettivi di finanza pubblica. Camera e Senato, secondo quanto deciso durante la Conferenza dei capigruppo, voteranno la relazione giovedì 30 ottobre. A quel punto si aprirà ufficialmente la sessione di bilancio.
Padoan assicura che “gli effetti macroeconomici attesi dalle misure aggiuntive non alterano sostanzialmente le previsioni programmatiche” del governo, comprese quelle sulla pressione fiscale.
(Reuters)