Una piattaforma di scambio di criptovalute finalmente seria pensata per trader professionisti. Così si presenta GOZO, il cui Head of Business Development, Nicolas Gurzhos, ha spiegato in un’intervista a Wall Street Italia quali sono i pilastri dell’exchange dedicato ai crypto asset. La serietà e l’affidabilità sono sicuramente due di questi.
“Da Gozo.pro diamo la priorità alla qualità sulla quantità. Al contrario di molte altre piattaforme di scambio, non siamo interessati ad avere il maggior numero di token possibili. Il problema principale di questa strategia è che tante Initial Coin Offerings (ICO) non sono valide. Possono sembrare progetti fantastici sulla carta, tuttavia sono pochi i concetti che sono riusciti a dimostrarsi un prodotto che funziona”.
Ma i fondatori e gli investitori hanno bisogno di ottenere soldi con questi token. Motivo per il quale sono spinti a collocare i ‘gettoni digitali’ su un mercato tramite una piattaforma di scambio, per offrire al pubblico i token e in cambio ottenere denaro fresco.
“Per darvi un’idea riceviamo dalle tre alle quattro richieste di listing a settimana e finora le abbiamo rifiutate tutte. Il problema con il collocamento di token piccoli è che questi tendono a sparire nel giro di un anno o anche meno. Il risultato è che agli investitori non rimane nulla in mano, mentre i fondatori che hanno venduto i token finiscono per vivere in qualche paradiso off-shore con il denaro che hanno preso dai clienti che lavorano sodo per guadagnarsi da vivere e che hanno creduto nel loro concetto. Questo non è solo un comportamento eticamente scorretto ma anche criminale“.
Dal momento che GOZO ha sede a Malta, il gruppo deve rispettare le leggi UE e deve proteggere la clientela dalle possibili frodi. Per questo motivo, spiega sempre Gurzhos, “abbiamo una procedura di due diligence molto rigido per poter accettare un token sulla nostra piattaforma”.
Inoltre dopo che il token viene collocato sulla piattaforma, GOZO si accerta che l’infrastruttura dell’exchange si sposi bene con il token. “Al contrario dei nostri rivali, gli utenti possono stare sicuri che Gozo.pro offrirà il miglior contesto di trading per ogni token”. L’offerta è limitata ma di qualità. E presto, a detta del suo manager, potrebbe arrivare in Italia. Gozo ha infatti intenzione un giorno di aprire uffici in Italia.
Exchange GOZO, non più di 10 asset digitali accettati
È un elemento che sta particolarmente a cuore alla società fin dalla creazione del progetto Gozo.pro. La piattaforma è stata infatti pensata per i trader che fanno operazioni nelle piattaforme di scambio tradizionali. E che pertanto hanno standard elevati per quanto riguarda l’esecuzione, la trasparenza e la liquidità.
“Gozo.pro garantisce i medesimi standard alti, ma per il mondo del trading di asset digitali. Se iniziamo ad accettare troppi attivi digitali, non saremmo in grado di creare quel genere di ambiente di trading che i clienti desiderano e si aspettano”.
L’obiettivo di GOZO è quello di avere non più di 10 asset digitali scambiati sulla piattaforma. Il processo di due diligence è pertanto molto rigoroso quando si tratta di token. “Il nostro team specializzato impiega circa 10 settimane per esaminare un token ed eventualmente approvarne il collocamento nell’exchange”, spiega il manager.
I fattori che vengono analizzati sono diversi. GOZO verifica che i fondatori siano dietro al progetto, che la struttura degli azionisti sia adeguatamente diversificata, che ci sia un prodotto che può funzionare, che i volumi di trading siano decenti e dal punto di vista della regolamentazione che i token si basino su un contesto affidabile.
Tutto ciò viene fatto per “assicurare che i clienti abbiano accesso ai prodotti migliori e più sicuri a disposizione nel mondo finanziario digitale”, che è ancora un universo nuovo e in divenire.
Al momento le criptovalute supportate dal sistema sono quattro, il “re delle crypto”, il Bitcoin, Ethereum, EURS e Amaveo. Il Bitcoin è protagonista di più della metà dei volumi di scambio (50-52%). Ethereum è invece la seconda valuta virtuale più popolare al mondo in termini di trading. Grazie alla blockchain più efficiente e utilizzata, esercita un dominio anche su altri progetti crypto.
La stabilità di EURS, crypto asset legato all’euro
EURS è un euro tokenizzato che riproduce l’andamento della valuta FIAT dell’Eurozona. La moneta di Stasis è l’esempio perfetto di una stable coin. È una divisa “trasparente, sicura e affidabile che dà ai nostri clienti la possibilità di trasferire o detenere asset senza avere paura per la volatilità” che caratterizza invece le monete digitali come Bitcoin e Ethereum.
A meno che la BCE non commetta un errore madornale, un euro senza i limiti e i problemi del mondo digitale (come quello della liquidità e della volatilità, grazie al legame con l’euro tradizionale e con le sue riserve monetarie) evita agli investitori cattive sorprese. Come quella di subire perdite di valore dell’80% in meno di 12 mesi di tempo.
Siccome l’EURS di Stais si basa su una blockchain, gli utenti possono trasferire gli asset in modo affidabile, rapido e abbordabile a livello economico.
Quanto ad Amaveo (VEO), si tratta di un token poco noto ma promettente. “Prevediamo un grande potenziale in futuro”, che è anche il motivo per cui lo offriamo ai nostri clienti. Gozo.pro è peraltro uno dei pochi exchange al mondo a dare ai trader professionisti la possibilità di acquistare VEO.
Si tratta di una blockchain scalabile e leggera pensata per i mercati di investimento, i contratti assicurativi e i derivati, come le stable coin. Amoveo ha funzioni Lightining come il Bitcoin. Il denaro si muove più velocemente e con meno costi rispetto a un’operazione sulla blockchain tradizionale, che comporta l’attesa della conferma dell’avvenuta esecuzione. Come spiega Gurzhos, “il prezzo per aprire un canale di pagamento del genere è inferiore a un dollaro e i tempi sono nell’ordine di millisecondi”.
I benefici della sede UE e della partnership con Exante
Gli investitori che volevano iniziare a fare attività di trading non erano contenti degli exchange in cui operavamo perché li reputavano inaffidabili, limitati e difficili da utilizzare. Gli investitori istituzionali e i trader più navigati stavano alla larga dal mondo degli asset digitali perché non avevano gli strumenti necessari per ottenere i risultati sperati.
Con la partnership con Exante, il primo broker al mondo a lanciare un fondo in Bitcoin il cui exchange ha più di otto anni di vita, GOZO è stata in grado di convertire la loro piattaforma personale nel mondo degli asset digitali. E così “oggi i nostri clienti sono in grado di accedere a una grande varietà di strumenti di trading di cui un investitore professionista ha bisogno per raggiungere gli obiettivi”.
Se Exante viene ritenuta una piattaforma affidabile è anche perché non ha mai subito attacchi hacker. Per quanto riguarda invece l’apparenza all’Unione Europea, il fatto che Gozo.pro abbia sede a Malta significa che bisogna rispettare certe regole precise. Per esempio, ogni società si deve sottoporre a un audit nell’isola, stato membro Ue.
Questo impedisce alle aziende di dare informazioni fasulle. Inoltre Malta ha implementato di recente uno schema legale (Virtual Financial Asset Act) il quale garantisce ai clienti la protezione dalle frodi e che l’informazione fornita alla clientela sia completa e trasparente. I benefici per un trader professionista sono dunque evidenti.
Blockchain non ha confini, Italia la “nostra nuova avventura”
Siccome dal punto di vista prettamente tecnico, la blockchain non ha confini, gli stessi standard valgono anche per Gozo.pro. I clienti possono usufruire della piattaforma ovunque essi si trovino. Tuttavia, la maggior parte dei clienti ha sede nell’Unione Europea.
Secondo Gurzhos questo è dovuto al fatto che sono consapevoli che le leggi Ue sono più severe. È “più facile che una piattaforma di trading di asset digitali sia sicura se è basata in Ue, piuttosto che in un paradiso offshore qualunque, che consente di creare un’azienda online nel giro di 30 minuti”.
I legami di Malta con l’Italia sono molto stretti e un giorno GOZO intende aprire un ufficio anche in Italia. Al momento allo studio c’è un’apertura in Svizzera, dove le normative sono favorevoli al mondo crypto. Il paese ospita inoltre un cantone (Zug) che è stato ribattezzato Crypto Valley, per via dei tanti progetti e startup del settore che vi nascono ogni mese.
“Chissà che l’Italia non possa essere la nostra avventura”, ha chiosato il manager, “vediamo come si evolveranno le cose”.
Ha collaborato Matteo Oddi