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Grandi aziende, oggi le nomine. Quasi fatta per Descalzi all’Eni e Starace all’Enel

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ROMA (WSI) – Arriveranno oggi le prime nomine dei nuovi vertici delle aziende pubbliche. Il premier Renzi ha le idee chiare: niente conferme per chi ha superato i tre mandati e spazio alle quote rosa.

A fare da spariglio, a poche ore dalla scadenza del termine fissato per chiudere i giochi, pare sia stato Mauro Moretti, attuale amministratore delegato di Ferrovie, che nelle ultime ore sarebbe saltato in testa alla “short list” dei candidati alla sostituzione di Alessandro Pansa, come capoazienda di Finmeccanica.

Sembra, dunque, che la polemica sugli stipendi dei manager, in cui Moretti ha brillato per la granitica difesa dei suoi ricchi appannaggi, pena dare il buon servito a governo e Tesoro, non abbia intaccato i rapporti con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nonostante il manager abbia i suoi migliori alleati nei salotti dalemiani come in quelli vicino al Colle.

Se Moretti sarà destinato al colosso Finmeccanica, bisognerà trovare una nuova destinazione per Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia nelle grazie di Gianni Letta come di Massimo D’Alema, che era nel ristrettissimo circolo dei papabili invitati venerdì scorso a Palazzo Chigi per definire i dettagli dei nuovi incarichi.

L’ipotesi più probabile, è che vada a sostituire Moretti a Ferrovie, riproponendo uno schema già disegnato in occasione della nomina di Gianni De Gennaro alla presidenza di Finmeccanica, quando a sparigliare invece fu Pansa. Arcuri, però, potrebbe anche andare a Poste, dove in origine era destinata Monica Mondardini. L’attuale amministratore delegato di Cir e del Gruppo l’Espresso, che doveva essere il simbolo del riequilibrio della presenza femminile nelle società controllate dallo Stato, avrebbe però declinato l’invito rivoltole da Renzi.

[ARTICLEIMAGE] In corsa c’è pur sempre Emma Marcegaglia, prima donna a guidare Confindustria e in predicato per la presidenza dell’Eni. Ma sul suo percorso potrebbe mettersi di traverso proprio il ministero dell’Economia che, pare, avrebbe già sollevato un’obiezione non da poco: quella su un possibile conflitto d’interessi.

E farebbero buon gioco alla vecchia nomenclatura, capeggiata dagli ad uscenti di Eni, Paolo Scaroni, ed Enel, Fulvio Conti, che starebbero tessendo ogni trama possibile per restare come presidenti. É quasi certo, comunque, che per le loro attuali poltrone, prevarranno scelte interne: sarebbero confermate le candidature di Claudio Descalzi per l’Eni (dove ora ha l’incarico di direttore generale) e Francesco Starace per Enel (ora guida la controllata Green Power). L’ultimo pezzo da sistemare è quello di Terna, dove potrebbe trovare casa Stefano Cao, ex di Eni ora in Benetton.

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di Alessandro Barbera

Un esponente di governo molto interessato a capire cosa accadrà risponde al telefono sconsolato. «Le nomine? Dopo quel che è accaduto con le capolista Pd alle europee non mi pronuncio. Renzi è imprevedibile». Il momento delle decisioni è in ogni caso arrivato. Entro la mezzanotte di oggi il Tesoro dovrà rendere note almeno le liste dei candidati ai consigli di amministrazione di Eni e Finmeccanica, le prime due società che l’otto e il nove maggio riuniranno le assemblee per il rinnovo dei vertici.

Ieri il ministro Padoan, di ritorno da Washington, ha avuto un lungo giro di telefonate per discutere di questo. Per stamattina è nuovamente convocato il comitato nomine incaricato di vagliare il rispetto dei principi di onorabilità dei candidati: è il segno che non mancheranno le sorprese. Le indiscrezioni di palazzo dicono però che qualche casella sarebbe riempita, in particolare per i posti di amministratore delegato: Claudio Descalzi all’Eni, Francesco Starace all’Enel, Monica Mondardini a Poste – anche se a Cir si dicono convinti che resterà in azienda – Francesco Caio a Terna.

La partita decisamente aperta è quella per la successione ad Alessandro Pansa a Finmeccanica. Da giorni circolano due candidati interni – Giuseppe Giordo e Antonio Perfetti – ma nel governo c’è chi propone di spostare su quella poltrona il numero uno di Ferrovie Mauro Moretti. Il perché è presto detto: Moretti a Ferrovie ha fatto molto e ha fama di manager integerrimo, ma si è sempre opposto ad una riduzione dei sette miliardi di trasferimenti che lo Stato concede ogni anno all’azienda.

In tempi di spending review il governo pensa invece ad una strategia diversa: ridurre un po’ gli stanziamenti – sbilanciati sull’Alta velocità – e puntare semmai di più sul trasporto locale, in questi anni trascurati dai piani delle Fs. Moretti non fa i salti di gioia, ma non potrebbe dir di no alla promozione in una società quotata e nota nel mondo come Finmeccanica. Per la presidenza è possibile la riconferma di Gianni De Gennaro, ma anche in questo caso il condizionale è d’obbligo, perché se l’ex capo dei Servizi ha il pieno appoggio del Quirinale, non si può dire altrettanto di Renzi.

Le vere incognite sono le presidenze di Eni, Enel, Terna e Poste. Renzi vorrebbe nominare più donne, ma di manager competenti in quei settori non ce ne sono moltissime. Una delle ultime ipotesi per Eni è quella di Elisabetta Belloni, già apprezzata capo dell’unità di crisi della Farnesina.

Si fa il nome di Patrizia Grieco per Terna, mentre Fulvio Conti spera di rimanere in Enel come presidente, ma non è detto che quella casella venga riempita oggi. Tutto dipenderà all’ultimo momento da Renzi: se deciderà di chiudere la partita per tutte e cinque le società insieme oppure se attendere le scadenze di legge. In teoria per Enel c’è ancora una settimana, per Terna due, mentre per Poste, che non è quotata, non c’è una data prestabilita.

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