La scorsa estate era stata colpa dell’ondata di incendi in Russia. Sono seguite le forti piogge in Brasile. Ora bisogna fare i conti con le peggiori condizioni climatiche di sempre che stanno colpendo l’Australia e che spingono ulteriormente al rialzo le quotazioni del grano.
E’ Yasi a cui i trader guardano. Si tratta del piu’ catastrofico ciclone che abbia mai investito il Queensland e che vede coinvolta anche la costa nord-orientale australiana, gia’ messa in ginocchio dalle recenti alluvioni. Qui si possono osservare gli sconvolgimenti atmosferici in tempo reale.
E’ inevitabile che la comunita’ finanziaria segua attentamente la situazione metereologica del paese: il ciclone, che ha un fronte di 650 chilometri, e’ di categoria 5, la piu’ distruttiva. Sara’ accompagnato da venti a 280 km l’ora, piogge torrenziali e nuove alluvioni. Le conseguenze? Danni enormi per il raccolto di una delle materie prime piu’ importanti su scala globale.
Lo sa bene Dennis Gartman, il noto investitore che ogni mattina invia ai suoi clienti la The Gartman Letter . “Le persone in Australia non hanno bisogno di un’altra tempesta ma la stanno per ricevere e ad essa seguiranno pesanti alluvioni. Il suolo nell’est dell’Australia e’ ovviamente gia’ saturo (di acqua). Non puo’ trattenerne altra. I raccolti che ancora non sono stati distrutti nel Queensland e nel New South Wales potrebbero presto andare in fumo e quel che rimane del raccolto di grano invernale non puo’ probabilmente essere considerato perduto. I futures del grano viaggiano al rialzo sul CBOT (Chicago Board of Trade). E continueranno a farlo”, si legge nella nota di Gartman.
Gartman non manca di prendere in considerazione l’ondata di freddo e le tempeste di neve che stanno mettendo al tappeto gli Stati Uniti. Anche questa – ricorda – e’ una variabile che va condireta nel mercato delle commodities agricole. L’effetto “potrebbero essere esagerato” spingendo ancor piu’ su i prezzi.
Tornando alla Russia, si ricorda che due giorni fa il Cremlino ha comunicato che non intende estendere oltre la scadenza di luglio il divieto all’esportazione di grano, se i raccolti saranno buoni e supereranno gli 80 milioni di tonnellate.
Non vanno sottovalutate poi le tensioni in Medio Oriente. In Algeria, per scongiurare eventuali “rivolte del pane”, sulla falsariga di quelle scoppiate in Tunisia ed Egitto, il premier ha ordinato all’Office Algerien Interprofessionnel des Cereals di accelerare le importazioni di grano, tanto quello duro che tenero. In Egitto, primo importatore mondiale di grano, il governo ha assicurato nei giorni scorsi che le scorte sono sufficienti per almeno sei mesi.
Intanto i futures americani su mais e semi di soia hanno toccato i massimi di due anni. I trader sono preoccupati per gli scioperi che hanno bloccato le consegne di prodotti agricoli nei porti in Argentina, esportatore principe.