BRUXELLES (WSI) – Gli analisti bocciano l’intesa trovata dopo 17 ore di estenuanti colloqui a Bruxelles. Lo stallo che durava da più di cinque mesi è sbloccato, ma le ripercussioni del “colpo di Stato” ad Atene, come lo stanno chiamando i critici sui social media, rischiano di compromettere il futuro dell’area euro.
Nonostante siano state gettate le basi per un piano di salvataggio da 82-86 miliardi, anche per questioni politiche evidenti, Jonathan Loynes di Capital Economics vede ancora in forte dubbio il futuro della Grecia nell’euro, che invece Jean-Claude Juncker, a capo della Commissione Ue, esclude del tutto. Secondo l’analista uno scenario di Grexit è stato probabilmente solo rimandato.
I commentatori danno la vittoria alla Germania e parlano di umiliazione nazionale per la Grecia. In compenso per l’economia potrebbe essere un accordo positivo. Sempre che venga implementato il pacchetto, un fatto tutt’altro che scontato, in particolare se si tiene conto che la troika tornerà ad Atene.
Tsipras non è infatti riuscito a liberarsi del’Fmi. Anche se i nuovi finanziamenti saranno reperiti dal fondo salva Stati ESM, come prerequisto per potere avviare qualsiasi nuovo programma di aiuti europeo, il paese in crisi deve chiedere il sostegno dell’istituto di Washington. Così sarà da marzo 2016.
Secondo l’analista Marc Ostwald di ADM Investor Services le misure di rigore chieste nel pacchetto di aiuti sono “di un infinitesimo peggiori” di quelle che sono state respinte domenica scorsa con il referendum greco, inclusi innalzamento dell’Iva e dell’età pensionabile. Senza parlare dei rischi, riconosciuti nello stesso documento di intesa, che la Grecia non riesca a implementare le riforme.
La resa di Tsipras significa anche che dovrà formare un governo di unità nazionale al suo rientro e forse lasciare, come è stato già costretto a fare prima di lui il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Ora il parlamento greco dovrà approvare quattro pacchetti di riforme (su Iva, privatizzazioni e pensioni) entro mercoledì, se vuole ottenere i soldi sufficienti per ripagare un debito che deve alla Bce e che scade il 20 luglio.
Ostwald giudica l’intesa preliminare “peggiore del Trattato di Versailles del 1919”. Per il premier non sarà affatto facile giustificare la resa e il ritorno della Troika ad Atene, il cui ruolo sarà quello di garantire l’attuazione delle riforme.
Per Diodovich di Ig Italia saranno difficili i passaggi parlamentari ad Atene e a Berlino. Secondo Demetrios Efstathiou di ICBC Standard Bank, invece, al contrario di Tsipras Merkel non dovrebbe avere problemi a convincere i deputati tedeschi ad approvare il piano.
Secondo tutti gli analisti la Cancelliera è la vera vincente delle 17 ore di summit. Il governo greco è uscito sconfitto su quasi tutta la linea questo weekend, ma “l’economia greca potrebbe finire per uscire vincitrice”, secondo l’analista, che cita l’implementazione di riforme strutturali importanti e necessarie per il rilancio dell’economia.
I greci saranno ben contenti di tornare a poter utilizzare euro e vedere riaperte le banche, anche se i controlli di capitale continueranno a rimanere in vigore quasi certamente. Ma la Germania ha imposto il suo volere ad Atene e le proteste per la violazione della sovranità non si faranno attendere.
L’unica concessione fatta dai falchi riguarda la garanzia di finanziamenti a medio termine e la collocazione del fondo di privatizzazione da 50 miliardi ad Atene anziché in Lussemburgo. In Germania nessuno vuole parlare di ristrutturazione del debito, ma l’Eurogruppo ha accennato alla possibilità di allungare le scadenze.
Nel testo firmato all’unanimità si parla della possibilità di concedere una grazia sul debito e un allungamento delle scadenze. Ma più avanti, molto più avanti, sempre nel contesto di un programma di aiuti finanziato dal fondo salva Stati ESM e implementato nella sua interezza.
Ci sono ancora tanti ostacoli che potrebbero innervosire i mercati questa settimana. Ruben Segura-Cayuel, economista di Bank of America Merrill Lynch dice che “tutto deve andare alla perfezione per evitare uno scenario di Grexit”. Probabilmente ci sarà bisogno di un rimpasto ai vertici ad Atene. Sette pacchetti di riforme devono passare prima di mercoledì solo per aprire la porta all’inizio dei negoziati per l’avvio di un nuovo programma.
Anche se tutto questo succede, ci sono anche gli altri parlamenti nazionali che devono approvare il piano. “Pensiamo che ci sia ancora lo spazio per una soluzione positiva alla crisi, ma anche il miglior scenario è che si abbia un accordo con molto condizioni sul tavolo, che rischiano seriamente di compromettere la sua implementazione”.
La possibilità di una “Grexit tornerà in agenda presto, non è un buon accordo per l’Europa”, ha detto da Londra Howard Davies, presidente di Phoenix Group, raggiunto al telefono da Bloomberg TV.
(DaC)