ATENE (WSI) – La Banca Centrale Europea torna ad Atene per la terza volta in cinque anni e a marzo 2016 sarà il turno del Fondo Monetario Internazionale.
Anche se il piano di aiuti da 86 miliardi verrà finanziato con le risorse del fondo salva stati europeo ESM, il regolamento prevede che l’istituto di Washington faccia da supervisore. In poche parole l’accordo che verrà stretto tra creditori e governo greco per il nuovo bailout prevede il ritorno della Troika in Grecia.
Nel frattempo l’emergenza di liquidità del sistema finanziario ellenico continua a preoccupare. Oggi i funzionari della banca centrale di Francoforte discuteranno di come fornire i fondi ELA che tengono in vita le banche greche.
La loro decisione verrà seguita da un compito più ostico: invieranno un team di emissari che dovrà monitorare l’impementazione delle riforme di austerity, come nel 2010 e 2012. Non sempre le autorità elelniche sono riuscite a mettere in atto i programmi – come nel caso delle privatizzazioni e delle pensioni – chiesti dai creditori.
Intanto il parlamento greco è chiamato a esprimersi sulla seconda tranche di misure draconiane imposte dai creditori in cambio del terzo piano di aiuti al paese, da 86 miliardi di euro. È un test politico importante per il premier Alexis Tsipras. Tra gli interventi figura la riforma del sistema giudiziario e finanziario.
Il voto dell’aula è atteso in tarda serata e rappresenta un esame importante per il governo Tsipras, il cui partito di sinistra Syriza si è spaccato una settimana fa in occasione della votazione sul primo pacchetto di riforme urgenti, approvato a larghissima maggioranza grazie al sostegno dei deputati d’opposizione.
La seconda tranche di riforma è meno controversa della prima, che conteneva modifiche radicali alle norme su pensioni, tasse e lavoro, e il governo conta su un numero minore di dissidenti rispetto a una settimana fa. Dopo il voto di oggi Tsipras cercherà di capire se può ricucire lo strappo interno ed evitare il ricorso ad elezioni anticipate.
All’esame del parlamento l’ok a una direttiva europea che prevede una garanzia fino a 100mila euro sui depositi bancari e una riforma della giustizia civile mirata ad accelerare i tempi della giustizia riducendone i costi. In cambio i greci otterranno tre anni di aiuti.
Ieri l’agenzia S&P ha promosso il piano di riforme e alzato il rating sul credito del paese, che è afflitto da un debito monstre di 320 miliardi.
(DaC)