ATENE (WSI) – Il problema non è tanto l’uscita della Grecia dall’euro ma gli euro che escono dal paese in piena crisi del debito.
Le paure di un default, di controlli di capitale e di un ritorno alla dracma hanno spinto i greci a prelevare 5,6 miliardi di euro dai loro conti correnti il mese scorso. I depositi sono così scesi ai minimi di 11 mesi, a quota 139,4 miliardi di euro dai 145 miliardi di marzo.
Da dicembre dell’anno scorso le banche elleniche, che in caso di default di Atene correrebbero il rischio di rimanere insolventi, stanno facendo i conti con una corsa agli sportelli mossa dal panico.
Ad aprile le banche hanno visto un calo del 4% del denaro depositato. Alla fine dell’anno scorso la tensione ha iniziato a salire quando il governo ha indetto le elezioni generali anticipate dopo non essere riuscito a trovare un accordo per eleggere il presidente della Repubblica.
Il grafico preparato dall’economista Neville Hill di Credit Suisse mostra bne come il fenomeno della corsa agli sportelli sia diminuito dopo fine febbraio, data in cui il governo tsipra è riuscito a ottenere l’allungamento di quattro mesi di un piano di aiuti esterni.
Ora che l’esecutivo ha tempo solo fino al 5 giungo per stringere un nuovo accordo con i creditori europei per una nuova tranche di aiuti da 7,2 miliardi, prima che scada un prestito del Fondo Monetario Internazionale che Atene ha confessato di non poter pagare, le tensioni stanno crescendo giorno dopo giorno.
(DaC)