Dopo otto anni di negoziato, la Grecia si avvia alla fine della dura stagione del salvataggio finanziario: il 20 agosto uscira dal programma dei creditori europei e camminerà con le proprie gambe tornando a finanziarsi sul mercato.
È quanto stabilito dall’accordo raggiunto ieri dall’Eurogruppo, dopo aver dato il via libera all‘ultima tranche di prestiti di 15 miliardi di euro che coprirà tutti i bisogni finanziari del prossimo anno nel caso l’accesso ai mercati non dovesse andare come previsto.
Non solo: Bruxelles, la Bce e l’Fmi hanno approvato (malgrado le resistenze della Germania) anche l’attesissimo taglio del debito ellenico, una zavorra vicina orma al 190% del pil, allungando di 10 anni le scadenze dei prestiti.
“La Grecia lascia il programma di aiuti con un’economia più forte, ottenuta grazie alle riforme, ed è importante che prosegua nello sforzo di riforma”, si legge nel comunicato finale dell’Eurogruppo.
Un momento storico dunque per Atene, che decreta così la fine della Troika. In otto anni, Atene ha ricevuto oltre 273 miliardi di euro di aiuti nell’ambito di tre programmi di salvataggio, in cambio di riforme e misure di austerità spesso dolorose.
In base all’accordo, la Grecia può posticipare di 10 anni il pagamento dei 110 miliardi di euro di prestiti ricevuti dal vecchio fondo salva-Stati Efsf, e viene esteso di ulteriori 10 anni il “periodo di grazia” (cioè quello in cui non scattano sanzioni se non si ripaga il prestito).
“Quello che vediamo stanotte è un momento storico ed eccezionale, la crisi greca finisce stasera in Lussemburgo”: ha commentato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici al termine dell’Eurogruppo.
La crescita del Pil greco ha ormai raggiunto l’1,4% del Pil nel 2017 e dovrebbe accelerare ulteriormente quest’anno, mostrando una espansione dell’1,9%, mentre il prossimo anno è visto al +2,3%. Gli sforzi hanno pagato anche in termini di conti pubblici. La Grecia, infatti, ha ora un avanzo di bilancio dello 0,8% del Pil, un passo da gigante se si pensa che nel 2009 aveva un maxi-disavanzo del 15,1%.
Se è finita l’era della Troika, non è finito il controllo dell’Eurogruppo attraverso la Commissione: Atene si troverà in una specie di ‘liberta’ condizionata’ perchè i creditori vogliono essere sicuri che il governo non torni indietro rimettendo in discussione le riforme politiche, economiche e amministrative condotte finora.
Conclusa l’era della Troika in Grecia, si iniziano a fare i primi bilanci. E da questi emerge che la Germania risulta essere uno dei maggiori beneficiari della crisi del debito di Atene, avendo guadagnato un totale di 2,9 miliardi di euro tra il 2010 e il 2017. È quanto riporta il sito EURACTIV, che cita una risposta del ministero federale delle finanze di Berlino, Olaf Scholz, alla domana di una parlamentare dei Verdi Sven-Christian Kindler nel Bundestag tedesco.