ATENE (WSI) – Che il debito greco sia insostenibile lo hanno capito tutti. Negli ultimi negoziati serrati, il Fondo Monetario Internazionale sta cercando di convincere i rappresentanti dell’area euro – tra le tre principali entità creditrici del governo in Grecia – ad aspettare almeno 24 anni, fino al 2040, prima di pretendere il rimborso del pagamento del capitale e degli interessi sul debito. Forse bisognerà aspettare fino a 60 anni di tempo.
Germania e gli altri paesi virtuosi dell’Eurozona si sono sempre dimostrati riluttanti a fare concessioni, e hanno fatto capire in più occasioni di non essere disposti ad accettare una ristrutturazione della montagna di debiti accumulati dallo Stato ellenico. Ma ora che l’Fmi minaccia di farsi da parte se le sue condizioni non verranno accettate, lo stallo nelle trattative potrebbe sbloccarsi.
Per dare ad Atene la speranza di rimettere in sesto le sue finanze pubbliche e ripianare i debiti contratti nei confronti della troika (Fmi, Commissione Ue e Bce), l’Fmi ha proposto alla Grecia di non pagare ai creditori dell’area euro né interessi né il valore del prestito prima del 2040.
Stando all’agenzia di stampa Dow Jones, che cita fonti informate sui fatti, il progetto prevede che gli interessi dei prestiti concessi dall’Eurozona siano fissati a 30-40 anni e che i prestiti scadano tra il 2040 e il 2080. Inoltre, per far si che il debito possa essere restituito, il valore degli interessi andrà bloccato all’1,5% “per decenni”.
La proposta, presentata alla fine della settimana scorsa ai governi del blocco a 19, prevede che il denaro necessario ogni anno per ripianare il debito pubblico rimanga sotto il 15% del Pil.  La percentuale si basa sulle previsioni dell’Fmi relativamente pessimistiche dell’andamento dell’economia a lungo termine.
Ancora austerity, piano pari all’1% del Pil
Ad Atene intanto continua l’iter politico che dovrebbe – con la Grecia il condizionale è d’obbligo – portare all’implementazione del pacchetto concordato con la troika dei creditori e composto da 17 misure che prevedono riforme in materia di fisco e tagli ai servizi pubblici per un valore pari all’1% del Pil.
Le discussioni in aula partono giovedì e il premier Tsipras revede di riuscire a ottenere l’approvaione delle misure da parte del parlamento entro domenica. Il piano prevede ancora tanta austerity: aumento dell’iva al 24%, aumento delle tasse su accise, carburanti, veicoli privati, linee telefoniche, tv, rusismo; meccanismo per facilitare lo smaltimento dei crediti deteriorati, fondo di privatizzazione del patrimonio pubblico, approvazione del meccanismo di emergenza che farà scattare in automatico tagli e nuove tasse se Atene non dovesse centrare gli obiettivi di bilancio prefissati.
Per i cittadini greci le pressioni dell’Fmi sui creditori europei sono una notizia positiva, ma prima dovranno rassegnarsi a vivere un altro periodo di lacrime e sangue.
Fonte: Wall Street Journal