ROMA (WSI) – Con le sue manovre non ortodosse, Draghi ha fatto cambiare idea agli analisti. Non è uscita dall’euro, ma la Grecia traballa ancora. La regione dell’Unione europea con la disoccupazione giovanile a livelli record è quella della Dytiki Makedonia: lì ha raggiunto la quota del 72,5% fra gli under 24, 72% nella regione nel nord del Paese, seguita da Ceuta e poi dalle Canarie in Spagna. Insomma, in alcune aree Atene deve fare i conti con un tasso di disoccupazione giovanile che tocca punte del 75%. A questo, si aggiunge un balzo della prostituzione +150% negli ultimi due anni.
In quasi tre quarti delle regioni dei 27 Stati membri, il tasso di senza lavoro per gli under 24 è almeno il doppio di quello della disoccupazione complessiva, secondo i dati forniti questa mattina da Eurostat, che ricorda che nel 2012 il tasso medio di disoccupazione per i giovani fra i 15 e i 24 anni nei 27 Paesi Ue è stato del 22,9%.
Tuttavia per la Grecia, che si conferma Cenerentola d’Europa, c’è ancora spazio nel club dell’Eurozona, secondo Citigroup. L’estate scorsa, il capo economista della banca, Willem Buiter, sosteneva di no. Allora l’esperto e il suo team avevano assegnato alla Grecia il 90% delle probabilità di uscire dall’euro entro il primo gennaio 2013.
Questa fotografia era stata scattata prima che il presidente della Bce Mario Draghi introducesse il programma di acquisto di titoli governativi, denominato OMT, per salvare la moneta unica dalla speculazione. Un atto di forza per mettere a tacere anche chi come Buiter ventilava la departita di un Paese dall’Unione monetaria europea.
Poi a ottobre, Buiter rifece i calcoli, assegnando all’uscita della Grecia dall’euro una probabilità del 60%. Per aggiungere che questo rimaneva lo scenario di base e che di sicuro sarebbe successo nel 2014, dopo le elezioni tedesche.
Oggi l’economista americano ci riprova. In una nota inviata ai clienti della banca è tornato a rivedere la sua posizione sulla Grecia. Adesso è convinto che le possibilità che abbia Atene di uscire dal perimetro moneta unica si siano assottigliate, anche se resta l’economia della zona euro più debole. “Qui il Pil è sceso per sei trimestri consecutivi. Le prospettive di crescita restano flebili, tuttavia – sottolinea Buiter – siamo diventati un po’ meno pessimisti sulla crescita dell’area euro per il prossimo anno”.
Buiter ha aumentato, infatti, le sue previsioni di crescita 2014 portandole da -0,3% del mese scorso a 0% questo mese. E’ un aggiornamento che riflette la decisione di Bruxelles di concedere più tempo a diversi Paesi europei per riportare il loro rapporto deficit/ Pil sotto il parametri richiesti.
“Non siamo più neanche per un Grexit all’inizio del 2014 – conclude l’economista – anche se continuiamo a ritenere questo scenario molto probabile a causa delle continue tensioni finanziarie”.