ATENE (WSI) – Un’intesa tra la Grecia e i creditori dovrebbe arrivare, ma non prima di maggio. È intorno al prossimo mese, infatti, che si dovrebbero concludere i colloqui tra l’Eurogruppo e il governo ellenico.
Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, nel giorno del bilaterale tra Merkel e Tsipras a margine del vertice Ue.
Una fonte del governo greco intanto ha fatto sapere a Bloomberg che “un accordo è molto vicino”. E che le trattative di domani dovrebbero aumentare le chance che l’Eurogruppo e Atene trovino un punto di incontro.
Il premier greco Alexis Tsipras ha detto alla cancelliera tedesca Angela Merkel che vuole un accordo provvisorio a fine aprile. Intervenuto durante una trasmissione dell’emittente tedesca ARD Tv, Dombrovskis ha tuttavia in un certo modo smentito i funzionari ellenici, ricordando che i progressi tra le due parti ‘non sono buoni’.
Tradotto: non c’è alcuna possibilità che una lista completa di riforme venga presentata alla riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro domani e pertanto Atene non ha speranza di ottenere denaro fresco, indispensabile per rispettare le prossime scadenze sul debito.
Grazie anche a misure estreme come il sequestro dei conti bancari delle autorità locali, la Grecia potrà trascinarsi a fatica fino a giugno. Ma visti i tassi di crescita economica e del debito pubblico, il default è solo rimandato.
Il vice ministro delle finanze greco, Mardas, ha dichiarato che Atene conta di ottenere 2,5 miliardi di euro dal trasferimento della liquidità degli enti pubblici nel conto della banca centrale ellenica.
Intanto, secondo quanto riportato da una fonte anonima, la Bce ha alzato di altri 1,5 miliardi di euro a 75,5 miliardi di euro il tetto per i canali di finanziamento di emergenza.
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Le dichiarazioni di alcuni funzionari dell’area euro hanno alleviato le paure di un default imminente del paese, che non è ancora riuscito a trovare un accordo con i creditori per ottenere denaro fresco.
Il governo Tsipras non presenterà una lista di riforme al prossimo Eurogruppo di venerdì a Riga, in Lettonia e il tempo per trovare un’intesa stringe.
In compenso, grazie agli ultimi decreti sui controlli di capitale e altre misure di emergenza, Atene dovrebbe essre in grado di rimanere solvente fino a giugno. La prima scadenza imporante cade il 12 maggio, quando la Grecia dovrà ripagare 747 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale.
Dalla crisi del 2010 la Grecia ha ricevuto già due pacchetti di aiuti esterni da 240 miliardi ma l’economia si è contratta del 25%, la disoccupazione si è gonfiata progressivamente e il governo di sinistra eletto in gennaio si è rifiutato di implementare il programma di riforme che prevede anche misure di austerity. Secondo Syriza le iniziative chieste dai creditori non faranno che peggiorare la situazione economica sul breve e medio termine.
“La situazione di liquidità è abbastanza grave, ma dovrebbe bastare fino a giugno”, ha detto all’emittente austriaca Thomas Wieser, presidente del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo, incaricato di preparare le decisioni per i ministri delle Finanze del blocco a 19.
Per rispettare gli impegni presi con i creditori fino a fine maggio, il governo spera di avere un cuscinetto finanziario di 2,5 miliardi di euro. Per farlo le autorità nazionali hanno costretto comuni, province e regioni a trasferire i loro soldi allo stato centrale, scatenando una rivolta di sindaci e governatori.
Weiser ha smentito le ultime indiscrezioni secondo cui la Bce avrebbe dimezzato il valore delle garanzie che le banche devono presentare come collaterale in cambio dell’ottenimento di prestiti di emergenza.
Stando a quanto riporta il New York Times, l’istituto avrebbe deciso di ridurre il valore delle garanzie che le banche elleniche presentano alla banca centrale di Atene per accedere ai prestiti fino al -50%. E il taglio potrebbe aumentare, nel caso in cui la situazione di stallo nelle trattative con l’Eurozona dovesse proseguire.
Attualmente l’ammontare totale della liquidità garantita dalla Bce alle banche elleniche, ritenute ancora solventi, è di 1,1 miliardi di euro, vicino al 70% del pil della Grecia.
(DaC)