ROMA (WSI) – La crisi greca continua a produrre effetti devastanti sulla società, provocando anche la chiusura di marchi storici.
In un paese in cui è diventato legale vendere addirittura cibi scaduti, e in cui a essere sovrani sono i dettami della troika, sembra non esserci più spazio neanche per il divertimento. Almeno, quello stampato.
L’ascia dei tagli si è abbattuta stavolta sull’edizione ellenica della rivista di Topolino, che è approdata sul mercato la prima volta nel 1966. La casa editrice ha motivato la scelta con la crisi; la pubblicazione è la seconda più vecchia del paese, battuta solo dalla rivista di lifestyle Gynaika.
Anche Topolino non è riuscito a sopravvivere a sei anni di recessione, a un tonfo del Pil dai €231 miliardi del 2009 a € 193 miliardi del 2012, a una disoccupazione del 26,9%, e a una disoccupazione giovanile schizzata al 57%.
Nel mese di febbraio, la National Public Radio americana ha reso noto che, secondo le sue stime, almeno 4.000 giornalisti greci hanno perso il loro posto di lavoro, causa la chiusura di diversi quotidiani e reti televisive.
Molti giornalisti hanno visto il loro stipendo tagliato del 40%. KO il settore dell’editoria, insieme a tutto il tessuto produttivo e sociale del paese.