Economia

Grecia: meno di una settimana per evitare caos finanziario

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ATENE (WSI) – Nessun accordo con i creditori in settimana e Fmi pronto a defilarsi se Atene non prenderà impegni per ridurre il fardello del debito: continua la corsa contro il tempo della Grecia.

Il governo Tsipras non è ancora riuscito a scongiurare una crisi di liquidità in maggio, che sarebbe un evento potenzialmente catastrofico per l’intera area euro. Il tutto mentre Ue e Fmi sono divisi sul da farsi.

Entro il 12 maggio Atene, le cui casse statali sono ormai prosciugate, è chiamata a restituire un debito da 763 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Per il momento ha ripagato una tranche di 200 milioni che scadeva oggi.

Per recupare altri fondi preziosi in tempo, l’esecutivo ha preso la decisione estrema di prelevare denaro dalle casse della autorità locali e agenzie nazionali, scatenando le proteste di sindaci e governatori regionali.

Secondo il quotidiano tedesco della Bild, Atene sta pensando a introdurre una patrimoniale speciale per tassare le 500 famiglie più ricche del paese.

Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis si aspetta che il prossimo lunedì – data in cui è previsto il prossimo cruciale vertice dell’Eurogruppo – i suoi omologhi dell’area euro riconoscano i progressi compiuti dal suo paese nel cercare di trovare un accordo sulle riforme che i creditori chiedono in cambio della concessione di una nuova linea creditizia. È l’unico modo per alleviare la crisi di liquidità della Grecia.

Detto questo il professore di economia dell’Università del Texas non crede che sarà raggiuntaa un’intesa definitiva. “Avremo un confronto fruttuoso l’11 maggio, in cui verranno confermati i grandi progressi fatti e che rappresenterà un altro passo ancora nella strada che porterà a un accordo definitivo”, ha detto Varoufakis dopo aver incontrato il commissario Ue agli Affari Monetari, Pierre Moscovici.

Moscovici ha avvertito che l’area euro non avvierà le discussioni sui finanziamenti a lungo termine e sui modi per ridurre il debito greco finché Atene non accetterà di implementare un programma di riforme “completo, coerente e dettagliato” concordato con i creditori.
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Le dichiarazioni riducono al lumicino le speranze di Atene di bypassare un accordo temporaneo sul breve, che avrebbe permesso alle autorità elleniche di concentrarsi su un’intesa definitiva a lungo raggio che risolva una volta per tutte il nodo del debito entro la fine di giugno.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, ad Atene non conviene cambiare le regole del gioco in corsa. Se non rispetterà i termini del bailout in vigore, difatti, avrà bisogno di sempre più soldi in futuro.

La Grecia deve restituire al Fondo altri 1 miliardo e 239 milioni di euro in tre diverse tappe tra il 5 e il 16 giugno. Le chance di default aumentano, almeno a giudicare dall’andamento dei Cds. I contratti per assicurarsi per cinque anni contro l’eventualità che le finanze pubbliche facciano crac sono saliti di prezzo.
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Secondo il think tank National Institute of Economic and Social Research (NIESR) se un accordo non viene raggiunto nelle prossime settimane, “il rischio di un default e di un’uscita disordinato della Grecia dall’unione monetaria è sensibilmente alto”.

Il Pil della Grecia vale solo circa il 2% dell’intera area euro, ma in caso di Grexit “ci sarebbe il pericoo di contagio nel resto della regione e di impatto negativo sull’euro stesso”.

(DaC)