SIENA (WSI) – Nelle strade di Atene dovrebbero festeggiare per l’obiettivo raggiunto, il Sacro Graal dell’austerita’, ovvero il surplus primario. E invece dopo tre anni di misure draconiane e una parziale svalutazione del debito detenuto dai privati, il principale beneficiario del risultato (esclusi i pagamenti da interessi sul massiccio debito, la Grecia ha piu’ entrate che spese) non sara’ il governo di Samaras, ma il partito di sinistra di opposizione.
Cavalcando anche il successo ottenuto alle scorse elezioni, Syriza sta spingendo per rifiutare ulteriori misure di austerita’ che stanno impoverendo la gente e dichiarare una moratoria sul debito.
Il ministero dele Finanze ha specificato che e’ troppo presto per esultare: lo stato ellenico ha raggiunto il surplus primario non consolidato nel 2012, ma su base consolidata il deficit c’e’ ancora. Secondo il FMI verra’ cancellato quest’anno.
Non va dimenticato, tuttavia, da dove la Grecia partiva: oltre tre anni fa il deficit primario era del 10,7%. Un risultato notevole, ma ottenuto a quale costo? Portare quel tasso a zero e’ un risultato impressionante, in particolare se si pensa agli scarsi progressi fatti in materia di evasione, corruzione e depressione economica. In poche parole, a pagare sono stati i cittadini onesti e con meno mezzi di sostentamento.
Tassi & Congiuntura: in area Euro la settimana si è conclusa con tassi di mercato pressoché stabili. Ieri si sono tenute le elezioni presidenziali a Cipro : il leader dell’opposizione di centro destra Disy party Anastasiades ha ottenuto il 45,5% contro il 26,9% di Malas appoggiato del partito comunista. Si andrà pertanto al ballottaggio il 24 febbraio. Il portavoce del partito di governo tedesco della Cdu, Barthle, ha dichiarato che i parlamentari questo mese ed il prossimo avranno bisogno di alcune settimane per decidere sugli aiuti a Cipro. Secondo Barthle i legislatori avranno bisogno di assicurarsi che gli aiuti all’isola siano necessari per assicurare la stabilità dell’euro. In questo momento, secondo il portavoce, né Cipro né la Grecia hanno una rilevanza sistemica per la zona euro.
Di parere opposto invece Asmussen, membro Bce e Bundesbank. Il quotidiano tedesco Handelsblatt riporta che il governo tedesco deciderà su Cipro tra marzo e giugno ed esaminerà se la Russia prenderà parte al salvataggio. Ricordiamo che il salvataggio dovrà essere approvato dal Bundestag, il parlamento tedesco. In settimana sono attese le aste in Spagna sul medio lungo termine, mentre sul fronte macro è atteso l’indice Ifo tedesco di febbraio.
Oggi è prevista l’audizione trimestrale alla commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo. Il prossimo venerdì la Bce comunicherà gli ammontari che le banche intendono rimborsare anticipatamente della Ltro che questa volta comprenderanno anche la seconda Ltro che fu di circa 530 Mld€.
La sessione odierna si apre con borse in calo e spread in lieve rialzo. La settimana sarà caratterizzata soprattutto dall’attesa per le elezioni in Italia. Negli Usa, la settimana si è chiusa con il tasso decennale governativo ritornato in prossimità del 2%, dopo essersi spinto fino in area 2,05%, in vista probabilmente del ponte lungo causato dalla festività odierna.
I dati macro sono risultati misti: sotto le attese la produzione industriale di gennaio, migliori invece quelli preliminari sulla fiducia dei consumatori e sulle prospettive del comparto manifatturiero nella regione di New York. Bernanke, nel corso del G-20 ha dichiarato : “Con il tasso di disoccupazione all’8%, siamo ancora lontani da condizioni di crescita vigorosa “. Nel frattempo nel corso del week end si è inasprito il confronto tra repubblicani e democratici dopo le anticipazioni riportate da USA Today sul contenuto della possibile proposta di legge supportata da Obama sul tema immigrazione. Questa settimana il Congresso non sarà operativo. Riaprirà la prossima settimana, con focus sui tagli automatici della spesa in partenza dal prossimo 1 marzo.
Valute: la settimana si apre con il deprezzamento dello yen sui mercati valutari dopo che il G20 non ha nominato esplicitamente il Giappone come manipolatore della propria valuta. Il comunicato si è limitato a ribadire l’impegno generale verso un livello dei cambi che sia determinato dal mercato, in modo da riflettere i fondamentali delle economie ed evitare disallineamenti. E’ stato nuovamente ribadito che l’elevata volatilità sui cambi ha effetti negativi sulla stabilità economica e finanziaria e che i paesi eviteranno la svalutazione competitiva ed ogni forma di protezionismo.
Verso dollaro il cross si è portato in prossimità della resistenza 94,50; questa settimana il supporto passa da area 92. Con riferimento all’euro/yen questa settimana il supporto si colloca a 122,90, mentre le resistenze in area 126 e 127,70. Il cambio euro/dollaro resta in prossimità dei minimi da tre settimane, poco al di sopra dell’area di supporto 1,33.
Secondo la CFTC, gli speculatori la scorsa settimana hanno ridotto sia le posizioni che puntano ad un apprezzamento dell’euro, sia quelle a favore di un deprezzamento dello yen (che restano comunque storicamente elevate), mentre sono fortemente aumentate quelle ribassiste sulla sterlina, con l’ammontare ai massimi da fine giugno. Sui minimi da 2 mesi lo yuan cinese vs dollaro nel giorno della riapertura dei mercati cinesi dopo la settimana di festività.
Materie prime: chiusura di settimana particolarmente negativa per i preziosi con l’oro (-1,6%) calato temporaneamente sotto i 1600$/oncia per la prima volta da agosto. Questa mattina si colloca intorno ai 1615$/oncia nel giorno del ritorno degli operatori cinesi sui mercati. Chiusura di settimana in calo anche per il petrolio, in particolare per il Wti (-1,5%) dopo la deludente produzione industriale Usa di gennaio. Stamani il Brent si colloca poco sotto i 118$/barile.
Venerdì si è assistito ad un andamento misto per i metalli industriali non ferrosi, positivi gli agricoli ad eccezione del caffè (-0,8%). Il migliore rialzo del giorno è stato registrato dal grano (+1,4%) grazie a segnali di aumento della domanda per mangimi negli Usa. I dati della CFTC mostrano che gli speculatori la scorsa settimana hanno fortemente ridotto (-15%) l’ammontare delle posizioni che puntano ad un prossimo rialzo delle materie prime nel loro complesso. Si tratta del calo settimanale maggiore da 3 mesi.
Azionario: chiusura di settimana ancora in tono negativo per i listini azionari europei, con l’indice Ibex spagnolo risultato il peggiore, in una seduta caratterizzata da volumi relativamente bassi se si considera la concomitanza della scadenza opzioni. Gli operatori, considerato il calendario ricco di dati macro soprattutto sul fronte tedesco, hanno preferito prendere profitto alla luce anche del forte rally degli ultimi mesi.
All’interno dello Stoxx 600 segnali di debolezza per il settore finanziario e telecomunicazioni. L’indice italiano ha chiuso in lieve calo nonostante il forte rialzo di Eni (titolo con peso maggiore nel listino) dopo l’aumento del dividendo 2013, mentre prosegue la debolezza del settore bancario ed il calo di Finmeccanica, peggior titolo del listino (-4,1%). In mattinata, in Europa, si sta assistendo ad una apertura poco sotto la parità con il settore bancario italiano ancora sotto pressione.
Negli Usa chiusura in lieve calo per i principali listini, ad eccezione del Dow Jones. La seduta era iniziata in tono positivo grazie al flusso di dati macro positivo ma è stata impattata dal calo di Wal-Mart (-2%) verso metà seduta dopo che la società ha comunicato che il mese di febbraio è iniziato con l’andamento peggiore delle vendite degli ultimi sette anni. I listini hanno comunque recuperato nell’ultima ora di contrattazione andando a chiudere la settima settimana consecutiva in rialzo. L’ultima volta che l’indice S&P500 aveva iniziato l’anno in tale modo era stato nel 1967. Sul fronte emergenti l’indice MSCI EM ha chiuso intorno alla parità grazie al buon andamento dei listini asiatici ed dell’area Est Europa; ancora deboli il Sud America. Questa mattina si sta assistendo ad un rialzo generalizzato dei listini asiatici, ad eccezione di quello cinese (-0,45%) che riapre dopo la settimana di festività per la celebrazione del nuovo anno lunare. Forte rialzo per il listino nipponico (2% circa) favorito dal deprezzamento dello yen.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
TELECOM ITALIA – Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da Il Sole 24Ore, la società starebbe per svalutare gli avviamenti di alcune attività italiane per un controvalore compreso tra 2 e 4 Mld€. La decisione potrebbe essere presa dal consiglio di amministrazione che si terrà oggi.
FINMECCANICA – Giuseppe Orsi ha presentato venerdì le proprie dimissioni dalle cariche di presidente e consigliere di Finmeccanica dopo l’arresto per corruzione avvenuto martedì scorso. Nel frattempo l’India ha avviato il processo per cancellare la commessa di 12 elicotteri AgustaWestland, controllata di Finmeccanica, dopo aver precedentemente sospeso i pagamenti per i 9 elicotteri che dovevano essere ancora consegnati. La commessa ha un valore di circa 750 Mld$.
ENI – L’AD Paolo Scaroni ha detto che è possibile fare affari senza pagare tangenti, che sono non solo atti “illegali, ma danneggiano anche il nostro business”, aggiungendo che Eni non è mai stata coinvolta in atti illeciti che riguardano SAIPEM. La società non ha intenzione, al momento, di cedere il controllo di Saipem di cui detiene il 43% del capitale perché non è nell’interesse dei suoi azionisti.
WAL-MART – La più grande catena di vendite al dettaglio del mondo cede il 2,2% dopo aver registrato il peggiore dato sulle vendite di inizio mese da sette anni. Su tale dato pesa l’aumento dei contributi che ha colpito i lavoratori. Jerry Murray, vice presidente della multinazionale, ha detto che i numeri sono un “totale disastro” in un e-mail indirizzata ad altri dirigenti, secondo quanto riportato da Bloomberg. Secondo alcuni analisti questo è un segnale che i consumatori non sono ancora pronti a tornare a spendere come Wall Street sperava.
NATIXIS – La banca d’investimento francese ha annunciato un pagamento eccezionale di 2 Mld€ agli azionisti. L’annuncio arriva in seguito alla decisione di vendere quote, per 12,1 Mld€, in Banques Populaires and Caisses d’Epargne, che insieme formano il gruppo BPCE di cui anche Natixis fa parte.
OVERVIEW DELLA SETTIMANA
· Discorso di Draghi
· Indice Ifo tedesco di febbraio, che fornirà un aggiornamento sull’umore delle imprese tedesche alla luce del recente apprezzamento dell’euro
· Annuncio dell’ammontare dei rimborsi anticipati della seconda operazione Ltro a 3 anni (che fu di circa 530Mld€) possibili da fine febbraio
· Aste sul medio lungo termine in Spagna
· Verbali dell’ultima riunione Fed, importanti per comprendere quanto sia elevato il grado di condivisione sull’attuale piano di acquisto di bond da 85Mld$ mensili
· Attesa per elezioni politiche Italia e ballottaggio per le presidenziali cipriote