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Grecia pronta a dichiarare default? Wall Street in rosso

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in rosso alla vigilia dell’avvio formale della stagione delle trimestrali con Jp Morgan. In una giornata priva di spunti macroeconomici, il nervosismo è stato alimentato da rinnovati timori sul fronte della Grecia.

Secondo il Financial Times, Atene si sta preparando al drammatico passo di dichiarare il default a meno che non riesca a raggiungere un accordo con i creditori internazionali entro fine aprile. Il default della Grecia, scrive l’FT, sarebbe uno shock senza precedenti per l’unione monetaria dopo soli 5 anni da quando Atene ha ricevuto il primo di due salvagenti per totali 245 miliardi di euro.

Questo sarà uno dei temi di cui ministri delle finanze e governatori centrali parleranno agli Spring Meetings al via al Fondo monetario internazionale. Per altro domani, l’istituto guidato da Christine Lagarde diffonderà le sue stime sulla crescita globale.

Nel finale, il Dow segna un calo dello 0,45% a 17.977 punti, il Nasdaq perde lo 0,16% a 4.988 punti mentre lo S&P 500 flette dello 0,48% a 2.092 punti. Il petrolio ha guadagnato lo 0,64% a 51,98 dollari al barile mentre l’oro ha perso lo 0,64% a 1.199 punti.

In assenza di indicatori macroeconomici di rilievo negli Stati Uniti, gli investitori si sono inoltre concentrati sulla stagione delle trimestrali, che entra nel vivo domani con le prime grandi banche (Wells Fargo e JPMorgan), con il colosso tecnologico Intel e il gigante dei prodotti per la cura del corpo Johnson & Johnson.

Sotto i riflettori anche le notizie politiche americane: l’incontro tra Barack Obama e Raul Castro sabato, la discesa in campo di Hillary Clinton nella corsa alla nomination democratica per la Casa Bianca e l’imminente candidatura del repubblicano Marco Rubio.

In attesa di conoscere le trimestrali delle blue chip americane, tra cui le grandi società del settore finanziario, gli investitori mal digeriscono i dati deludenti sull’export cinese.

I dati macro deludenti pubblicati in Asia uniti alla decisione della Banca Mondiale di rivedere al ribasso le stime di crescita per il 2015-2016 per la Cina e altri paesi asiatici, aumenteranno la volatilitĂ  nei mercati azionari.

Molti preferiscono aspettare di vedere come il mercato gestisce la corsa conintua del dollaro, che è peraltro favorito dalle cifre macro deboli cinesi.

Tra i titoli, bene in particolare gli energetici, mentre tra le peggiori ci sono General Electric (-3% dopo avere annunciato, la settimana scorsa, il maxi piano di ristrutturazione della divisione finanziaria) e Symantech. Bene invece Qualcomm, che sale dopo che un investitore attivista ha chiesto azioni urgenti per fare aumentare il valore del titolo.

Sul valutario, l’euro accelera al ribasso, con una flessione -0,61% a quota $1,0537; dollaro/yen +0,42% a JPY 120,71. Euro/franco svizzero -0,02% a CHF 1,038. Euro/yen -0,20% a JPY 127,19. L’euro viaggia ai minimi in 12 anni.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio +0,56% a $51,93. Brent +1,35% a $58,65. Oro +0,46% a $1.197,90. Argento -0,65% a $16,27.

Le rinnovate paure riguardanti la Grecia spingono i Treasury sui massimi intraday. Il decennale vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – scendere all’1,933% dall’1,95% di venerdi’.

(DaC-Mt)