Economia

Grecia: stop a colloqui su svalutazione bond

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Bruxelles – A quelche ora dal via di un nuovo summit decisivo, l’incertezza sulla capacita’ dei dirigenti dei principali paesi dell’area euro di arginare la crisi del debito sovrano e’ la piu’ totale.

La situazione e’ grave e caotica, come evidenziano le ultime indiscrezioni provenienti dal Belgio: le banche detentrici di bond greci non vogliono fare concessioni sulle perdite da subire come effetto della svalutazione del debito e cosi’ i colloqui con i leader dell’Ue in corso a Bruxelles sono stati sospesi. Lo riporta Bloomberg, citando fonti diplomatiche.

E’ da due anni che la crisi del debito minaccia di espandersi a macchia d’olio nella regione, portando con se’ l’Italia e di conseguenza tutta l’Eurozona.

I principali rappresentati dei 27 stati membri sono riuniti oggi per discutere di modifiche importanti da apportare all’intesa trovata in luglio per aiutare la Grecia e per espandere la capacita’ di risorse del fondo salva stati.

Nel dettaglio si lavora a un triplo accordo: una riduzione sostanziale del debito greco che puo’ avvenire solo attraverso un sacrifico delle banche, un piano di ricapitalizzazione degli istituti di credito piu’ esposti al debito sovrano ellenico e dei paesi dell’area periferica e infine un rafforzamento delle risorse del fondo europeo di salvataggio degli stati (EFSF).

Si respira un certo pessimismo sull’esito del summit, tuttavia, con l’area core della regione e quella periferica che sono molto distanti sui termini degli accordi sopra citati. Le banche fanno muro, mentre Germania e Francia non si muovono di un millimetro dalle loro rispettive posizioni.

Secondo gli ultimi rumor che circolano sono pochi i dettagli che verranno annunciati. Ma allo stato attuale un passo in avanti e’ indispensabile per non intaccare ulteriormente la credibilita’ delle autorita’ politiche dell’Unione Europea.

Intanto e’ arrivato il via libera della Germania al rafforzamento del Fondo europeo salva stati. Nei fatti il Bundestag ha approvato la possbilita’ che il Fondo possa fare operazioni a leva, cioe’ utilizzando risorse superiori al proprio capitale. Hanno votato a favore 509 deputati, dunque un consenso bipartisan, contrari 89.

Si tratta di un principio generale, poi sara’ il vertice europeo, in particolare i paesi dell’Eurozona, a decidere quale strumento utilizzare come leva.

Due, al momento le ipotesi sul tavolo: l’utilizzo di garanzie di tipo assicurativo su una parte delle nuove emissioni di titoli di stato dei paesi che hanno difficolta’ di accesso al mercato dei capitali o la creazione di Spiv (veicolo di investimento per scopi speciali), quindi fuori dalla contabilita’ dell’Efsf e partecipato da fondi sovrani ed altri investitori, anche questo veicolo finalizzato a comprare titoli del debito pubblico.

Approvando il rafforzamento dell’Efsf, la Germania ha pero’ messo un paletto importante: una volta aumentate le risorse, la Bce deve cessare di comprare titoli di stato dei paesi in crisi, tra cui c’e’ anche l’Italia. Il compito passerebbe infatti all’Efsf, con una significativa differenza. Il sostegno della Bce non implica un controllo sulle politiche economiche e fiscali attuate dal paese in crisi, bensi’ solo l’utilizzo della “moral suasion (persuasione morale)”.
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Il sostegno dell’Efsf a un paese ne determina invece il commissariamento sulle politiche economiche e fiscali.