ATENE (WSI) – Per una volta il governo greco di Alexis Tsipras non delude il suo elettorato. Il capo del Tesoro si è ribellato alle richieste di ulteriore rigore mosse dalla troika, dicendo basta ai programmi di tagli alle pensioni.
Il partito euroscettico di sinistra Syriza, salito al potere dopo aver promesso di dire basta alle misure di austerity che hanno messo in ginocchio la popolazione nel tentativo di ripulire le finanze pubbliche di un’economia che non è in più in grado di crescere, ha fin qui fallito.
Ma oggi il ministro dell’Economia Eluclid Tsakalotos, che ha preso il posto di Yanis Varoufakis sbloccando le trattative con i creditori della troika sull’ultima tranche di prestiti concessi all’indebitata Grecia, ha detto al Parlamento che Atene non può accettare le ultime richieste del Fondo Monetario Internazionale.
L’istituto di Washington, uno dei creditori più importanti del paese meno virtuoso dell’Eurozona, ha chiesto al governo di implementare nuovi tagli al sistema pensionistico nazionale, nell’ambito di un piano per il raggiungimento entro due anni degli obiettivi di avanzo primario.
“L’Fmi pensa che i conti non tornano e che non riusciremo a raggiungere l’obiettivo del 3,5% del Pil (di surplus primario) nel 2018 e dice che siccome non rimangano altri settori dell’economia da tagliare, perché non riducete ulteriormente il sistema previdenziale?”, ha detto Tsakalotos.
Le risorse dedicate alle pensioni sono già state ridotte 11 volte in Grecia dall’inizio dei piani di salvataggio nel 2010 e “Atene non può più permettersi nuovi tagli”, secondo quanto riferito dall’economista di sinistra.