ATENE (WSI) – Chi ha taroccato la lista dei greci che hanno nascosto i soldi nei caveau della Hsbc di Ginevra? Che fine ha fatto il cd-rom originale con l’elenco di 2.062 nomi – consegnato nel 2010 da Christine Lagarde, numero uno dell’Fmi, al governo Papandreou – e sparito nel nulla per due anni? E, soprattutto, quando e come sono stati cancellati dalla lista i nomi di tre parenti di George Papaconstantinou, ex ministro delle Finanze di Atene e architetto del primo piano di salvataggio del paese?
I venti centimetri di neve caduti martedì sul Partenone e il fortissimo terremoto di Limnos (per fortuna senza vittime) che ha fatto tremare gli edifici della capitale non sono riusciti a distogliere l’attenzione dei greci dalla tragicommedia che, ormai da un mesetto, agita tra colpi di scena e svolte imprevedibili la vita pubblica nazionale. I fatti: due anni fa Lagarde, allora ministro dell’economia transalpino, ha consegnato nelle mani di Papaconstantinou, suo omologo ellenico, un cd-rom con i nomi dei cittadini greci inclusi nella cosiddetta Lista Falciani. L’elenco dei clienti stranieri che avevano nascosto alla Hsbc in Svizzera i loro risparmi, “comprato” in funzione anti-evasore dagli 007 tedeschi.
Il giovane ministro di Atene, artefice dei primi negoziati con la Troika e brillante laureato alla London School of Economics, ha girato (ipse dixit) una chiavetta con la copia dell’elenco alla squadra anti-frode greca. Consigliando però di usarlo con prudenza per evitare problemi relativi alla privacy. La chiavetta Usb è sparita nel nulla per due anni. Fino a quando un paio di mesi fa, su insistenza del nuovo ministro all’economia Yannis Stournaras, è riapparsa nelle mani di Evangelis Venizelos, leader del Pasok e successore alle Finanze di Papaconstantinou che l’ha consegnata all’esecutivo per eventuali indagini.
Sembrava la fine della storia. E invece era solo l’inizio. Un giornalista, Kostas Vaxevanis, è stato incriminato per aver pubblicato la lista dei nomi che comprende buona parte dell’estabilishment nazionale. E quando Stournaras, quasi per caso, ha ottenuto l’originale della lista è scoppiato il vero caso: i nomi nella versione orginale dell’elenco non erano 2.062 ma 2.065. E quelli svaniti nella chiavetta Usb erano, guarda caso, i conti di tre parenti di Papaconstantinou.
La notizia è scoppiata come una bomba ad Atene. Facendo tremare i resti del Pasok, il partito socialista che per anni si è alternato alla guida del paese con Nea Demokratia e mettendo a rischio lo stesso governo di untà nazionale guidato da Antonis Samaras. Tutti, compresa la maggioramza formata da Nd, Pasok e Democratici di sinistra hanno votato per la costituzione di una commissione d’inchiesta che indaghi su Papaconstantinou. La sinistra radicale di Syriza, arrembante nei sondaggi, chiede che venga messo sotto inchiesta pure Venizelos. Alba Dorata e la destra di Indipendenti greci spingono per allargare il processo allo stesso Papandreou.
Il bello è che i primi passi della squadra anti-frode, invece che chiarire lo scenario, l’hanno intorbidito. La chiavetta, secondo le indiscrezioni, sarebbe stata taroccata nel 2010, prima della data in cui Papaconstantinou sostiene di averla ricevuta. E ne sarebbe spuntata addirittura una nuova copia fantasma ancora da esaminare. Nel frattempo i parenti di Papaconstantinou hanno detto che i loro soldi erano stati depositati in Svizzera regolarmente e pagando le tasse. Mentre sotto torchio è finito Giorgos Voulgarakis, ex ministro dell’ordine pubblico per un conto elvetico intestato alla moglie. Il giallo della chiavetta Usb è solo all’inizio.
E il governo Samaras, che tra defezioni ed espulsioni ha una maggioranza sempre piĂą risicata, rischia di pagare un conto salatissimo alla telenovela della lista Lagarde.
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