ATENE (WSI) – I dati economici in Grecia mostrano quanta strada ci sia ancora da percorrere per uscire dalla crisi e svoltare definitivamente pagina. Mentre i creditori della Troika (Bce, Commissione Ue e Fmi) sono ad Atene, nelle strade continuano ad andare in scena i cortei di dipendenti statali e sindacati che manifestano contro le misure di austerità e licenziamenti nel settore pubblico.
Annunciata in agosto, la previsione per un eccesso di bilancio di 2,6 miliardi di euro nel 2013 (contro i 3,1 miliardi di deficit del 2012) non è riuscita a compensare i buchi aperti nelle spese pubbliche elleniche. Solo quello presente nel sistema di assistenza sociale potrebbe superare i 3,5 miliardi di euro per un Paese che conta 11 milioni di abitanti.
La contrazione del Pil dovrebbe essere meno alta del previsto (-4,2% e non -4,6%), ma la cifra non può offrire certo consolazione per il 27,9% di disoccupati della nazione. Il tutto mentre sullo sfondo il debito pubblico rimane molto elevato – a quota 305 miliardi di euro in luglio, pari al 160% del Pil, in lieve aumento rispetto al 2012 – avvicinando lo spauracchio di un terzo piano di aiuti nel 2014.
Le università greche sono al collasso, impossibile procedere con le attività accademiche. Non è un allarme ma una constatazione di impotenza il grido lanciato dai senati accademici di tutto il Paese. L’impatto dello schema di mobilità elaborato dal governo per otto atenei della Grecia – spiega oggi il quotidiano ‘Ekathimerini’ – è devastante. Secondo i sindacati il trasferimento di 1.349 impiegati amministrativi, pari al 40% del personale, ad altre amministrazioni ha lasciato gli atenei vuoti, bloccando qualsiasi tipo di attività.
I senati accademici dell’Università di Atene e del Politecnico della capitale hanno annunciato di dover chiudere le istituzioni a causa delle disfunzioni derivanti dalla mobilità in massa dello staff, dagli archivisti, ai contabili fino alle guardie notturne.
Il responsabile della Federazione ellenica dei professori universitari (POSDEP), Stathis Efstathopoulos, ha scritto una lettera al primo ministro Antonis Samaras nella quale parla di “università al collasso” e chiede un incontro urgente per “evidenziare nei dettagli la tragica situazione delle nostre università”.