ROMA (WSI) – È capitato che anche l’Argentina e altri paesi extra europei non abbiano rispettato le scadenze nei pagamenti al Fondo Moneario Internazionale, ma la situazione greca, sopratutto per le dimensioni del debito e perché il paese appartiene a un’unione monetaria costituita da più nazioni, deve preoccupare seriamente.
A sottolinearlo è l’economista Daniel Gross, che ha un passato di lungo corso all’Fmi. “È vero che ci sono dei precedenti di scadenze saltate nei pagamenti all’Fmi come l’Argentina. Ma il caso greco è unico, per le somme coinvolte che non hanno precedenti e per l’intersecarsi di ragioni politiche, finanziarie e culturali che comporta”.
“Perciò è inquietante il preannuncio di Atene”, dice a La Repubblica il direttore del Center for economic policy studiesdi Bruxelles. Gross teme la risposta del Fondo, ma ancora di più quella di Germania e Eurogruppo.
“Ho paura che a Berlino e Bruxelles, se ci sarà una reazione negativa, prevarrà il sentimento: visto che non siamo noi i cattivi? Che si scarichino la coscienza se tutto si rompe con l’Fmi, insomma. Merkel non dovrà più andare in Parlamento a spiegare che lei vuole a tutti i costi che la Grecia resti nell’euro”.
Secondo l’economista – si legge sempre sul quotidiano – “resta un equivoco di fondo. La Grecia vuole un accordo politico a priori su cui imperniare la ricetta economica, la Germania, come Bruxelles e lo stesso Fmi, vuole prima vedere i fatti. E l’unico fatto che si è visto finora è la mancanza di capacità amministrativa nell’implementare misure efficaci. L’Fmi ha sempre lo stesso approccio: vi diamo i soldi dietro condizioni precise”.
“Ora vedremo come reagirà Washington ma per ora la palla ce l’hanno ancora i greci con la loro volontà o meno di fare sul serio con le misure anti-crisi. La cosa migliore sarebbe se adottassero alcuni dei provvedimenti che gli vengono chiesti, e la parte che esula dalle promesse elettorali la sottoponessero a referendum. Ma sembra un’ipotesi che Tsipras non vuole, forse ha paura del risultato”.
(DaC)