DAVOS (WSI) – Gli stimoli della Bce, anche sotto forma di QE, potrebbero non essere sufficienti, da soli, a salvare il “sogno” europeo di unità politica ed economica. E’ quanto dice Mario Greco, amministratore delegato di Generali, compagnia di assicurazione numero uno in Italia. Greco parla nel corso di una intervista rilasciata alla Cnbc da Davos, Svizzera, dove si trova in occasione del World Economic Forum.
“Il progetto europeo sta svanendo per come è”, aggiunge Greco, che sottolinea il bisogno di rilanciarlo. “E’ una grande idea, è un sogno, ma ora ha bisogno di una ulteriore spinta”. E “questa ulteriore spinta deve arrivare dai politici e dalle istituzioni, le aziende non possono. Se (le autorità ) non agiranno il rischio è che la gente diventerà sempre più scoraggiata sul fatto che questo grande sogno potrebbe non riuscire mai a essere sviluppato come dovrebbe”.
Insomma, “ciò di cui abbiamo bisogno in Europa sono le riforme della politica, le riforme strutturali. La Bce sta nutrendo l’economia europea con la liquidità e la fiducia e sta fornendo una guida, ma se il sistema politico e la società non la seguiranno, qualunche cosa faccia la Bce si rivelerà inutile. Una cosa è sicura, acquistare bond non basta”.
Ai microfoni di Cnbc ha parlato anche Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa SanPaolo.
Riguardo al bazooka di stimoli monetari che la Bce si appresta ad annunciare nella giornata di domani, giovedì 22, Messina affermato che “il rischio deve rimanere all’interno della Bce”.
“Se decideranno di non condividere il rischio (il riferimento è condividerlo con le banche centrali nazionali), si tratterà di una notizia molto buona per i mercati e l’ammontare (di qualsiasi piano QE che la Bce annuncerà ) potrebbe essere di 500-600 euro, ma l’ammontare non è importante”.
“E’ molto importante – ha aggiunto ai microfoni della Cnbc – che usciamo da questa crisi e che l’Europa intera si riprenda, altrimenti ogni paese pagherà il prezzo per la mancata ripresa”. (Lna)
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