Green bond, risorse in difesa dell’Italia
Il rischio connesso ai cambiamenti climatici interessa l’intero territorio italiano e tutti i settori economici.
Pur con differenze tra diverse aree che sono interessate in maniera differente, non ci sono regioni che possono considerarsi immuni dal rischio climatico che sta già crescendo in questi anni, con particolare riferimento agli eventi estremi.
A dare una misura del fenomeno che rischia di avere forti ripercussioni sull’economia italiana e a indicare anche con quali strumenti finanziare gli indispensabili investimenti sul territorio necessari per affrontare l’emergenza clima ci ha pensato il rapporto “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia”, realizzato dalla Fondazione Cmcc, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. È stato presentato come la prima analisi integrata del rischio climatico in Italia.
Green bond, le linee guida del report
Il documento, partendo dalle attese sul clima atteso per i prossimi anni, si concentra su singoli settori dell’economia italiana per arrivare poi a fornire informazioni su cosa aspettarci dal futuro e fornire uno strumento di supporto a strategie di sviluppo resiliente e sostenibile.
Ma cosa viene fuori dallo studio? Emerge un quadro in cui il rischio cresce, nei prossimi decenni, in molti ambiti, con costi economico-finanziari consistenti per il Paese e con impatti che interessano in maniera più severa le fasce sociali più svantaggiate e tutti i settori, con particolare riferimento alle infrastrutture, all’agricoltura e al turismo.
I cambiamenti climatici sono in effetti un acceleratore del rischio su molti ambiti dell’economia e della società e il loro impatto può valere fino all’8% del Pil pro capite, acuire le differenze tra Nord e Sud, tra fasce di popolazione più povere e più ricche, insistere su una serie di settori strategici per l’Italia.
Strumenti e risorse finanziarie
Nello studio, di risorse finanziarie per l’adattamento ai cambiamenti climatici hanno parlato Giulia Galluccio ed Eugenio Sini. La loro analisi parte dalla considerazione che i cambiamenti climatici richiederanno numerosi investimenti e rappresentano un’opportunità di sviluppo sostenibile che il Green Deal europeo riconosce come unico modello di sviluppo per il futuro. Ci troviamo dunque nel momento giusto in cui nuovi modi di fare impresa e nuove modalità per una gestione sostenibile del territorio devono entrare a far parte del bagaglio di imprese ed enti pubblici.
Ma come e dove trovare le risorse finanziarie per questo passaggio? Gli esperti ci ricordano che ormai da qualche anno la transizione verso la sostenibilità ha coinvolto anche il settore finanziario, sempre più interessato alle opportunità offerte dalla mitigazione, ossia dalla riduzione delle emissioni di gas serra, e dall’adattamento ai cambiamenti climatici. D’altronde, le sole risorse pubbliche non sarebbero sufficienti a spingere il cambiamento dell’economia richiesto per raggiungere la neutralità di carbonio.
Molte imprese nel settore assicurativo e bancario offrono ormai prodotti capaci di finanziare progetti per il clima, alcuni dei quali particolarmente innovativi. E così, in aggiunta alle sovvenzioni pubbliche, un’opzione a disposizione delle pubbliche amministrazioni per finanziare un progetto può essere quella di rivolgersi direttamente al mercato finanziario. Oltre ai normali prestiti, per specifici progetti con lunghi tempi di ritorno sull’investimento (es. infrastrutture), le pubbliche amministrazioni possono raccogliere capitali attraverso la creazione di partenariati pubblico-privati (Ppp), in cui il soggetto pubblico si fa carico di una parte del rischio finanziario del progetto, permettendo l’ingresso di capitali privati.
Un’altra fonte di finanziamento offerta dal mercato sono le cosiddette obbligazioni verdi o green bond. Si tratta di forme di prestito in cui l’emettitore si impegna a restituire il denaro raccolto sul mercato delle obbligazioni finalizzandolo a specifici progetti di valenza ambientale, per lo più nel campo dell’energia e dell’efficientamento degli edifici.
I green bond possono essere emessi anche da pubbliche amministrazioni e rappresentano una nuova forma di finanziamento specifica per progetti di rilievo climatico. Il tutto proprio mentre il loro mercato è in crescita a livello globale. “Complessivamente – si legge nel report – il mercato ha superato i 257 miliardi di dollari di emissioni, in costante aumento fin dalla prima emissione di un green bond nel 2007 da parte della Banca europea degli investimenti (Bei)”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numeri di ottobre del magazine Wall Street Italia