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Green pass: da metà ottobre obbligatorio sul posto di lavoro

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Stretta del governo sul green pass che diventerà obbligatorio sul posto di lavoro. Con tutta probabilità da metà ottobre verrà introdotto l’obbligo di dotarsi del certificato verde Per entrare in tutti i luoghi di lavoro. Una scelta chiara quella del governo per frenare i contagi considerando la percentuale di italiani che non si sono ancora vaccinati. Ad oggi, secondo dati ufficiali, 13,9 milioni di lavoratori ha già il Green pass, 4,1 milioni ancora non lo ha: l’obbligo riguarderebbe in totale, quindi, circa 18 milioni di persone.

Bisogna fare in fretta, per raggiungere entro un mese almeno la soglia ‘di sicurezza’ dell’80% di vaccinati (…) Il certificato verde funziona, è monitorato, è una soluzione accomodante.

Così il premier Mario Draghi parlando ai sindacati del settore pubblico e di quello privato nella cabina di regia a Palazzo Chigi sulle nuove misure sull’obbligo del Green Pass.

Dalla metà di ottobre bisognerà essere vaccinati, aver fatto un tampone o essere guariti dal Covid, per entrare in uffici pubblici e privati, ma l’obbligo dovrebbe essere esteso anche a studi professionali, negozi, ristoranti.

Per chi si presenta al lavoro senza, ci saranno sanzioni: una multa, che dovrebbe andare dai 400 ai 1000 euro, e disciplinari, che saranno modulate sulle diverse categorie. on sarà, invece, possibile licenziare ma scatterà la sospensione dal lavoro e dallo stipendio dopo cinque giorni di assenza ingiustificata nel settore pubblico e dopo tre nel privato.

Chi controlla il green pass obbligatorio in azienda

L’obbligo di certificazione verde per poter svolgere attività sociali, dopo ristoranti, palestre, treni, aerei, navi, musei e bar, ora si estende anche nei posti di lavori dove bisognerà esibire il QR Code. Resta da chiarire a chi sarà affidato il controllo. I medici aziendali, come riporta il Corriere della Sera, hanno fatto sapere che non possono essere coinvolti in questo controllo perché, “qualora uno di loro dovesse esprimere una non idoneità nei lavoratori non in possesso di certificazione verde il lavoratore interessato potrebbe adire a un ricorso avverso il giudizio ed è facile immaginare che gli organi competenti accoglierebbero il ricorso annullando il giudizio del medico competente e potrebbero nondimeno sanzionarlo”.

Ancora non risolto il nodo dei tamponi. La richiesta di Cgil, Cisl e Uil e di alcuni ministri, è renderli gratuiti per tutti, ma la linea del governo ad ora resta contraria, perché il rischio è quello di disincentivare i vaccini. Lo scopo del Green pass obbligatorio è, infatti, proprio quello di aumentare la copertura vaccinale in Italia, non imponendo però l’obbligo.

Green pass: cos’è e come averlo

Il green pass è una Certificazione in formato digitale e stampabile, emessa dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute, che contiene un QR Code per verificarne autenticità e validità. E’ la Commissione Ue a proporne l’introduzione al fine di agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19. Il green pass è una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato. In Italia, viene emessa soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

Il green pass attesta una delle seguenti condizioni:

  • aver fatto la vaccinazione anti COVID-19 (in Italia viene emessa sia alla prima dose sia al completamento del ciclo vaccinale)
  • essere negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore
  • essere guariti dal COVID-19 negli ultimi sei mesi. j

II green pass si ottiene una volta vaccinati contro il covid, oppure dopo esser stati vaccinati contro il COVID-19 o aver ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico o si è guariti da COVID-19. La certificazione verde viene notificata via posta elettronica o SMS e da quel momento si può scaricare  accedendo alle piattaforme digitali dedicate.

Contagi e ricoveri in calo: i numeri della Fondazione Gimbe

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 8-14 settembre 2021, rispetto alla precedente, tutti i numeri in calo. Scendono i nuovi casi (33.712 vs 39.511) (figura 1), i decessi (389 vs 417) (figura 2), i casi attualmente positivi (122.340 vs 133.787), le persone in isolamento domiciliare (117.621 vs 128.917), i ricoveri con sintomi (4.165 vs 4.307) e le terapie intensive (554 vs 563).

Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.816. Nella settimana 8-14 settembre 2021, rispetto alla precedente, 4 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in sole 2 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Scendono a 56 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Sicilia e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Solo in 2 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (178) e Messina (168). In calo anche i decessi: 389 negli ultimi 7 giorni (di cui 52 riferiti a periodi precedenti), con una media giornaliera di 56 rispetto ai 60 della settimana precedente.