Stato di emergenza fino a marzo e green pass obbligatorio fino a giugno 2022. Queste le due ipotesi in circolazione nelle ultime ore, in attesa della decisione definitiva del governo attesa già a novembre. Con un aumento significativo dei casi di positività di settimana in settimana e con le nuove vaccinazioni ormai in fase di stallo, certificazione verde e stato di emergenza, con la terza dose, restano i baluardi per arginare l’eventuale nuova ondata.
Ma cosa deciderà il governo? In entrambi i casi l’esecutivo guidato da Mario Draghi dovrà procedere con un nuovo decreto perché le misure per gestire la pandemia scadono il 31 dicembre 2021.
Secondo la legge lo stato di emergenza nazionale può durare 12 mesi prorogabili per altri 12, e poiché fu decretato la prima volta il 31 gennaio 2020, alla stessa data del 2022 non si potranno stabilire ulteriori rinnovi. A fine mese si deciderà dunque come procedere.
Il nodo del green pass
Se per lo stato di emergenza finora i rinvii sono stati di tre mesi, massimo sei, la certificazione verde potrebbe essere obbligatoria fino all’estate o addirittura oltre. Obiettivo del governo è infatti raggiungere l’immunità di gregge e dunque convincere anche i più restii a vaccinarsi. A questo proposito, la possibilità di un allentamento della certificazione verde è stato avanzato oggi sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nella trasmissione 24 Mattino su Radio 24. Ma ad una condizione: che la popolazione vaccinata raggiunga il 90%.
“Il prolungamento dello stato di emergenza e le misure restrittive sono correlate al numero dei vaccinati. Credo – ha detto – che vadano date delle prospettive ai cittadini, io credo che con il 90% dei vaccinati si possano prendere in considerazione l’allentamento delle misure, come la revisione dell’utilizzo del Green Pass con una sua estensione più ridotta rispetto a quanto è previsto oggi”.
Sulla proroga dello stato di emergenza, Costa ha detto: “faremo le dovute valutazioni al momento opportuno, ora dobbiamo continuare nell’opera di convincimento, poi valuteremo entro fine anno quale sarà il quadro, quale sarà la percentuale di vaccinati raggiunta. Noi abbiamo l’obiettivo di raggiungere il 90% dei vaccinati perché siamo consapevoli che questa percentuale ci permetterebbe una gestione migliore della pandemia e ci permetterebbe di valutare un allentamento delle misure restrittive qualora questa percentuale non arrivasse dovremmo fare altri tipi di riflessione”.